martedì 25 ottobre 2016

Piove sul bagnato. Lo dott.ssa Rossini lascia Adelfia per Bitetto. Al suo posto Filippo Leuce

In un momento non facile per le casse del comune, la responsabile Finanze e Tributi, dott.ssa Rossini, decide di mettersi in aspettativa per riposizionarsi nello stesso ruolo presso il Comune di Bitetto.
Con determinazione 324/2016 l'amministrazione comunale prende atto di una scelta professionale e umana di voler, almeno momentaneamente, lasciare il Comune di Adelfia.
La dott.ssa Rossini è certamente persona assai competente nel settore e sicuramente la situazione diventa al quanto difficile da gestire in un momento in cui risultano assai compromesse le casse comunali.

Al suo posto con decreto sindacale n.48/2016 è stato nominato, quale dirigente del settore tributi, il sig. Filippo Leuce già responsabile del settore Affari Generali.
Come riporta lo stesso decreto, il sig, Leuce risulta avere le competenze necessarie in grado di sostituire la dott.ssa Rossini.
Nel merito, non conoscendo direttamente il sig. Leuce, sapendo per certo che è molto bravo nel suo settore, ho individuato il suo Curriculum Vitae che potete leggere QUI in quanto pubblico.
Lascio a voi lettori le valutazioni e vi chiedendo di immedesimarvi in un selezionatore di risorse umane, cercando di capire in cosa esattamente gli skills della posizione sono coerenti.

Adelfia on-line ringrazia la dott.ssa Rossini, soprattutto per aver sopportato il sottoscritto alle numerose PEC  "minatorie" e dietro la costante  "minaccia" di ricorerre a ANAC e ministeri.
Adesso questo onere ricadrà sul nuovo responsabile a cui faccio i migliori auguri di buon aggravio di lavoro, dato che si trova a dover dirigere ben due settori.

Antonio Di Gilio


lunedì 24 ottobre 2016

La bufala del milione di euro di avanzo e i conti a rischio. La via d'uscita è il piano di riequilibrio

E' il documento ufficiale dell'ormai ex dirigente ai tributi dott.ssa Rossini a metterlo nero su bianco.

Durante il Consiglio Comunale del 20 settembre alcuni consiglieri comunali di minoranza hanno presentato una interrogazione protocollata il giorno dopo. Da alcuni interventi degli ultimi giorni su Adelfia Senza Censura ho appreso che la responsabile della ragioneria ha già dato una risposta. Pertanto esercitando l’accesso civico ho richiesto tale relazione che mi è stata fornita e che potete leggere QUI.
La relazione è molto complessa, poiché ricostruisce vicende di vari anni in una materia di difficile comprensione per i non addetti ai lavori come la contabilità pubblica.
 In breve. Nel 2010, appena arrivata ad Adelfia la dr.ssa Rossini redige il rendiconto 2010, a gestione ormai chiusa e il bilancio 2011 sotto la guida del commissario Lapolla. 
Dal rendiconto emergerebbe un avanzo di circa 1.000.000 di euro
Richieste notizie ai settori su eventuali contenziosi che possono dar origine a richieste di somme non previste in bilancio, nessun responsabile o altri segnala tali situazioni
A novembre l’amministrazione Antonacci, appena insediata, decide di destinare € 450.000 per spese d’investimento in particolare per il rifacimento di Piazza Leone. In assenza di vincoli sull’avanzo, il tecnico non può rifiutare il parere contabile favorevole alla destinazione dell’avanzo.
Nel settembre 2012, si rende necessario nuovamente attingere all’avanzo per coprire sentenze definitive per € 200.000. Sui debiti fuori bilancio riconosciuti nel periodo 2011-2016 attribuibili all'amministrazione precedente si è già parlato in un precedente articolo per un totale di € 516.941,55. 
Quindi del famoso milione rimanevano circa 480.000 euro 
Arriviamo al 2015 quando con l’entrata in vigore della nuova contabilità l’ente, come tutti gli altri, provvede al riaccertamento straordinario dei residui con le nuove regole contabili. 
Dopo tale operazione l’ente costituisce il fondo crediti di dubbia esazione per circa € 370.000 (avanzo vincolato per scongiurare il rischio di una mancata riscossione) e ha ancora avanzo libero per circa € 300.000, destinato a investimenti.
Nel luglio 2015 presso l’ente si insedia il commissario ad acta per la quantificazione dell’esproprio Carelli Palombi. 
Vicenda lunga e complessa che ovviamente si riverbera sul bilancio. L’ente costituisce un fondo, pari alla somma richiesta dal commissario, vincolando l’avanzo libero e una parte dell’avanzo investimenti, per mettere in sicurezza i conti di fronte all’eventuale sentenza di condanna al pagamento. 
Con la delibera 54 del 31 maggio scorso vincola tutte le alienazioni a farsi fino al soddisfacimento di tale debito. Lo stesso progetto Agorà Sicure relativo alla Gabbia dei Leoni, di fatto non vedrà mai la luce  di cui pure si è scritto perché senza parere contabile e in quanto ogni provento da vendite sarà utilizzato per i risarcimenti.
Dalla relazione, inoltre si rilevano altri accantonamenti e residui in relazione ad altri contenziosi e controversie intervenute in questi anni: 
1) vicenda contenzioso Gdf suez per bollette elettriche e gas di cui praticamente nessuno sapeva;
2) vicenda Censum che, per i mancati riversamenti fu dichiarata decaduta ( la Censum in seguito è fallita e sui suoi conti sono in corso delle indagini da parte della guardia di finanza che nei giorni scorsi è stata anche ad Adelfia); 
3) vicenda contenzioso impianti sportivi per il quale sono stati operati opportuni accantonamenti. 


Riepilogando quindi la vecchia amministrazione Antonacci lascia nell’avanzo € 503.244,71 come fondo crediti dubbia esazione, che esistevano pure prima ma le norme non prevedevano misure cautelative purtroppo, € 271.600 per il contenzioso borgo antico, per un totale di € 774.841. 
Altri 90.000 sono stati vincolati in bilancio con la delibera 54/2015, (arrivando così a 864.841), cosi come con la stessa delibera 54 sono state vincolate tutte le alienazioni a farsi al soddisfo dell’esproprio.
Ad oggi l’ente è esposto dall’ulteriore sentenza del Tar relativamente all’esproprio Carelli Palombi per 910.000 euro e per la sentenza relativa ad alcuni minori, contro il comune di Conversano e un istituto per € 350.000.  
Tradotto, mentre si persegue la politica delle buste e degli sfalci, Adelfia deve affrontare seri problemi sui conti. E i cittadini se ne stanno rendendo conto con le difficoltà nel reperire le somme per le attività più semplici.
Vanno ricercate subito soluzioni che permettano all’ente di non collassare, provvedendo ad appositi accantonamenti ristrutturando profondamente la spesa.
Non da ultimo, sarebbe da prendere seriamente in conto la possibilità di avviare il piano di riequilibrio.
Questo piano, introdotto nel 2012, permette alle amministrazioni in difficoltà di spalmare i debiti fino a 10 anni, bloccare eventuali azione di esecuzione e i relativi interessi.
Ovviamente il costo sarebbe quella di un'amministrazione ammanettata in quanto:

a) a decorrere dall'esercizio finanziario successivo, riduzione delle spese di personale, da realizzare in particolare attraverso l'eliminazione dai fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria del personale dirigente e di quello del comparto, delle risorse di cui agli articoli 15, comma 5, e 26, comma 3, dei Contratti collettivi nazionali di lavoro del 1° aprile 1999 (comparto) e del 23 dicembre 1999 (dirigenza), per la quota non connessa all'effettivo incremento delle dotazioni organiche;
b) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del dieci per cento delle spese per prestazioni di servizi, di cui all'intervento 03 della spesa corrente;
c) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del venticinque per cento delle spese per trasferimenti, di cui all'intervento 05 della spesa corrente, finanziate attraverso risorse proprie;
d) blocco dell'indebitamento, fatto salvo quanto previsto dal primo periodo del comma 8, lettera g), per i soli mutui connessi alla copertura di debiti fuori bilancio pregressi.
In altre parole sarebbe una sorta di amministrazione controllata, ma con notevoli risparmi per la collettività e la certezza di non dover vedere tagli sui servizi fondamentali

Antonio Di Gilio

venerdì 7 ottobre 2016

Referendum Costituzionale: cosa cambia e le ragioni del SI e del NO

Anche Adelfia on-line affronta la  questione sulla riforma costituzionale cercando di analizzare in maniera quanto più oggettiva possibile le modifiche che vengono apportate alla nostra carta fondamentale.

La data prevista per il voto è il 4 dicembre e per allora avremo passato in rassegna le modifiche apportate articolo per articolo, valutando pro e contro dei cambiamenti, individuando le ragioni dei SI e del NO, travalicando le posizioni politiche ed entrando nel merito.
Su questo link potete leggere il documento ufficiale con tutte le modifiche
I primi articoli che analizziamo  sono 48 e da 55 a 58

Gli articoli in questione entrano nel vivo della riforma, la rottura del bicameralismo perfetto. Gli elettori dalle prossime elezioni, qualora il referendum decretasse la vittoria del SI, voterebbero esclusivamente per la Camera dei Deputati. Le innovazioni su questa camera sono non poche.
Innanzitutto, costituzionalmente si enuncia che tutte le leggi elettorali devono promuovere l'equilibrio tra uomo e donna. Ciò implica che nessuna legge ordinaria elettorale non può non tener conto di questa innovazione, pena l'incostituzionalità.

Solo la Camera dei Deputati è l'organo preposto a dare la fiducia al governo e quindi a fornire l'indirizzo politico, oltre che legislativo. Pertanto la nostra Repubblica resta di natura parlamentare. Infatti nessuna norma relativa al governo viene modificata. 
Il Senato, invece perde il potere di dare la fiducia, ma diventa un organo intermedio tra Senato e Regioni. Restano sue prerogative l'approvazione di leggi di natura costituzionale e partecipa all'implementazione delle norme europee nel nostro ordinamento.
Il numero dei deputati resta di 630 mentre il numero dei senatori scende da 315 a 100

di cui 95 quali rappresentanti degli organi regionali e comunali e 5 nominati dal Presidente della Repubblica. La ripartizione dei Senatori è fatto in proporzione alla popolazione per Regione, ma nessuna Regione può avere meno di 2 senatori. Le due province autonome di Bolzano e Trento ne hanno 2 ciascuna.
Restano in carica per il tempo coincidente alla carica per cui sono stati eletti.
Le modalità della loro elezione dovrà essere approvata con apposita legge approvata dalle due camere.
Pertanto sarà a discrezione e per legge ordinaria il metodo di nomina che potrà spaziare dai listini bloccati fino a un sistema nominale in cui gli elettori decidono direttamente chi mandare al senato.

I fautori del SI sottolineano i risparmi dati dalla riduzione del numero dei senatori. oltre alla rottura con il bicameralismo perfetto, croce del sistema legislativo italiano sempre battuto da continui compromessi a causa di maggioranze risicate, soprattutto al senato.
In questo modo chi vince le elezioni avrà una maggioranza certa e potrà governare sul modello dei sindaci dei comuni
I fautori del NO al contrario non ritengono veritieri i dati sui risparmi, dato che sindaci e consiglieri provinciali dovranno essere rimborsati per i loro continui spostamenti. Inoltre si rischia un depotenziamento degli stessi a livello locale dovendo assolvere al doppio ruolo di consigliere/ sindaco e senatore.
Temono inoltre, un sistema presidenziale occulto in cui il capo del governo di fatto decide per la sua maggioranza.

Antonio Di Gilio