RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Giovedì
sedici marzo, ho tenuto, nella sala consiliare del municipio di Adelfia, una
conferenza (Valorizziamo i doni di Eschilo) organizzata dalla
consigliera Viviana Lafirenza. Poiché ad aprile avrebbe dovuto organizzarne
un’altra, le ho telefonato tre volte; purtroppo, non mi ha risposto e neppur mi
ha richiamato.
Alcuni giorni dopo, ho incontrato il
sindaco Giuseppe Cosola e gli ho fatto notare l’ineducazione di Viviana. Ho
aggiunto che, se mi avesse presentato un referente serio, avrei donato un’altra
conferenza alla cittadinanza adelfiese e agli altri interessati.
Apro una parentesi: altri
intellettuali, per tenere una conferenza, chiedono ventimila euro. Da oltre
vent’anni, le tengo, in tutt’Italia, gratuitamente: tutti, non soltanto i
ricchi, dovrebbero imparare a vivere meglio! La vera cultura serve proprio a
questo: a vivere meglio!
In seguito, Giuseppe Cosola mi ha
presentato il mio nuovo referente: l’assessore Biagio Cistulli.
Biagio ed io abbiamo deciso di
organizzare, giovedì venticinque maggio, la nuova conferenza (Raggi di sole
catoniani) nella sala consiliare del municipio di Adelfia. Per una serie di
problemi dell’amministrazione comunale, la data è stata cambiata più volte:
mercoledì ventiquattro maggio, mercoledì trentuno maggio ed, infine, martedì
sei giugno. Ogni volta che questa è cambiata, ho dovuto richiedere ai miei
collaboratori (un presentatore, una cantante e due lettrici) la loro
disponibilità. Vi lascio immaginare quanto tempo abbia perso per fare tutte le
telefonate.
Per pubblicizzare l’evento, ho
chiesto a Biagio i manifesti di diverso formato: trenta di A3,
centosettanta di A4 e duecento di A5. Gli ho pur consegnato una
bozza del manifesto che, ovviamente, indicava la prima data: giovedì
venticinque maggio. L’assessora Cesaria Giordano ha preparato un bel manifesto
a colori. Per vederlo, sono stato costretto ad andare tre volte in municipio:
ogni volta, mi hanno fatto attendere circa un’ora.
Se Cesaria avesse fatto il proprio
dovere, non ci sarei andato tre volte: sarebbe bastata una sola volta, la
prima. Si evince chiaramente che, per Cesaria e per Biagio, il mio tempo non è
prezioso. Il mio tempo è la mia vita. I due assessori hanno riflettuto almeno
una volta su questo? Per loro, la mia vita non è preziosa.
Sul manifesto c’era un errore: ho
fatto notare a Biagio che maggio si scrive con la emme minuscola. Mi ha
assicurato che l’avrebbe detto a Cesaria.
Dopo qualche altro giorno, Biagio mi
ha detto che i manifesti erano pronti e che sarei potuto andare a prenderli. Me
ne hanno consegnati soltanto sessanta di formato A4. Perché? Biagio mi
ha rivelato che sarebbero stati affissi dieci o quindici manifesti grandi (un
metro per settanta centimetri); i sessanta più piccoli sarebbero serviti per
pubblicizzare meglio l’evento. Per sapere quando mi avrebbe consegnato quelli
piccolissimi (di formato A5) e per altri dettagli logistici, avrei
dovuto telefonargli alle diciotto.
Mi sono accorto che i manifesti non
erano corretti: tra sei e giugno mancava uno spazio, il mese era scritto con la gi maiuscola e, soprattutto, avevano scritto che avrei dovuto tenere la
conferenza di mercoledì. Nel 2017, il sei giugno è martedì, non mercoledì!
Cesaria e gli altri organizzatori non dovrebbero imparare soltanto la
grammatica italiana! Qualcuno ha insegnato loro a leggere un calendario? Quando
hanno telefonato a Cesaria per farle notare l’errore, ha risposto che avrebbe
preferito non correggere il manifesto perché gli interessati avrebbero compreso
che avrei tenuto la conferenza martedì sei giugno.
Perché? Sono un filosofo, precisamente un
neoesistenzialista: da una vita, studio come sono fatti gli esseri umani. Vi
assicuro che la logica di Cesaria è davvero interessante: perché un
interessato, leggendo mercoledì sei giugno, avrebbe dovuto capire che
avrei tenuto la conferenza martedì sei e non mercoledì sette? Come avrebbe
potuto comprendere dove fosse l’errore? Ho imparato che neppur la logica è una
virtù di Cesaria.
Biagio mi ha detto che le tipografie non avrebbero
potuto ristamparmi i manifesti: a causa delle elezioni dell’undici giugno,
avevano tanto lavoro. Gli organizzatori li avrebbero corretti mettendo un
adesivo sulla parola mercoledì e scrivendo con la penna martedì.
Ho accettato la soluzione. Si sono chiusi in una stanza del municipio, hanno
messo gli adesivi e mi hanno consegnato i manifesti. Ho fatto notare loro che
avrebbero dovuto completare il lavoro: avrebbero dovuto scrivere martedì
sui sessanta manifesti.
La consigliera Daniela Pantaleo mi ha detto che
sarebbe stato giusto collaborare: avrei dovuto scrivere martedì sui
manifesti perché avrei tratto vantaggio da questa conferenza; infatti,
tenendola, mi sarei fatto conoscere a Adelfia. Le ho spiegato che stavo
regalando agli interessati una conferenza che l’amministrazione avrebbe dovuto
pagare ventimila euro, che tengo delle conferenze, da oltre vent’anni, in
Italia e che, nel paese in cui abito, non ho bisogno di farmi conoscere perché
ne ho già tenute diverse. Daniela ha affermato che stavo compiendo
un’eccellente azione, mi ha ringraziato, ha scritto la parola martedì
sui sessanta manifesti e me li ha consegnati.
Ho consigliato a Biagio di avvisare la tipografia, per
evitare di sbagliare pur i manifesti grandi, e mi ha risposto che ci avrebbe
pensato lui.
Gli ho telefonato tre volte (alle diciotto, alle
diciannove e alle venti e quaranta) e non mi ha risposto; non mi ha neanche
ritelefonato. Anche Biagio è un uomo ineducato. A chi avrei potuto chiedere i
manifesti di formato A5? Chi era il mio referente? Chi mi ha detto di
telefonargli alle diciotto? Biagio.
Ovviamente, ho deciso di non tenere la conferenza e ho
avvisato i miei collaboratori.
Giovedì primo giugno, alle venti, mi ha telefonato la
cantante e mi ha rivelato che erano stati affissi i manifesti. Sono andato a
vederne uno e ho notato che tra sei e giugno era stato messo uno spazio, il
nome del mese era scritto, erroneamente, con la gi maiuscola e… Non ci
crederete! Non è una barzelletta! Ho letto che mercoledì sei giugno
avrei tenuto la conferenza. Sono riusciti a sbagliare anche i manifesti grandi!
Sono tornato a casa e ho ritelefonato a Biagio, il
quale, non rispondendomi, mi ha confermato la sua ineducazione.
Esasperato, ho telefonato al sindaco Giuseppe Cosola.
Mi ha risposto e gli ho detto che hanno sbagliato pur i manifesti grandi e che,
a causa di tanta disorganizzazione, non avrei più tenuto la conferenza.
Giuseppe mi ha risposto di essere d’accordo.
Che cosa avrebbe dovuto fare il giorno dopo? Avrebbe
dovuto annullare la conferenza. Non l’ha fatto.
Sabato tre giugno, mi sono accorto che avevano
corretto pur i manifesti grandi: avevano stampato la parola martedì e
l’avevano affissa su mercoledì.
Lunedì cinque giugno, ho deciso di andare in municipio
per risolvere il problema. In piazza, a Canneto, ho incontrato Biagio e gli ho
fatto notare alcune sue mancanze. Mi ha risposto di avere la coscienza a posto
perché ha fatto quello che fa con tutti. Gli ho detto che è libero di
organizzare gli eventi degli altri come desidera. Sono Nicola Ambruoso e, da
oltre vent’anni, le mie conferenze (che dono con piacere) sono organizzate come
dico io, non come desiderano gli altri. Gli è sfuggito un piccolo particolare:
ha accettato di organizzare una mia conferenza, non quella di un altro! Ho ribadito
anche a lui che non avrei più tenuto la conferenza. Che cosa ha fatto? L’ha
annullata? No! Quando la testa è dura…
Ha sostenuto che il sindaco Giuseppe Cosola avrebbe dovuto decidere di
annullarla.
Ricordate l’irrazionalità di Cesaria? Biagio desidera
superarla. Se Giuseppe avesse deciso di non annullarla, mi avrebbero costretto
con una pistola a tenerla? Sono io che decido di tenere una mia conferenza!
Sono io che decido di annullarla! Non il sindaco Giuseppe Cosola! Non il
presidente Sergio Mattarella! Mi sono spiegato? Tutta questa storia vi ricorda
Kafka? A me, sì!
Biagio mi ha detto che si sarebbe impegnato per farla
annullare.
Desidero rilevare un paio di particolari interessanti.
Biagio ha affermato che a me non avrebbe dovuto
importare che giugno fosse scritto con la gi maiuscola sul manifesto: l’errore
sarebbe stato attribuito all’amministrazione comunale, non a me. Non mi sono
spiegato bene. Il responsabile di una mia conferenza culturale sono io!
Desidero che la cultura migliori la vita degli interessati! Non vorrei che a
causa di una mia conferenza gli esseri umani imparassero delle informazioni
sbagliate! Gli amministratori dovrebbero impegnarsi a svolgere nel miglior modo
possibile i propri compiti (come tutte le persone del mondo), non a cambiare la
grammatica italiana! I bambini che frequentano la scuola elementare come
dovrebbero scrivere giugno, con la gi maiuscola o minuscola? Gli adulti
sarebbero liberi di utilizzare una grammatica diversa?
Biagio mi ha detto anche che io avrei tratto dei
vantaggi morali tenendo questa conferenza. Gli ho risposto che io conosco
Catone. Inizialmente, avrei tenuto la conferenza per offrire dei vantaggi
esistenziali a lui, ai cittadini adelfiesi e agli altri interessati. Biagio mi
ha confessato che, sinceramente, a lui non importa niente dei saggi consigli
per vivere meglio di Catone il Censore. Poniamoci un importante quesito: Biagio
Cistulli è l’assessore alla cultura? No! Chi è l’assessore alla cultura di
Adelfia? Il sindaco Giuseppe Cosola, il quale, ovviamente, non può fare tutto!
Sino a quando Adelfia (o qualsiasi altro luogo) non avrà un assessore che ami
profondamente la saggezza, essa sarà sempre bistrattata! Ritenete che la
cultura sia davvero importante? Dimostratelo!
Martedì sei giugno, alle nove, sono andato in
municipio. Perché gli interessati non erano stati ancora avvisati che la
conferenza non l’avrei più tenuta? Il sindaco Giuseppe Cosola non era in
Italia. Chi avrebbe potuto risolvere il problema? Il vicesindaco Costantino
Pirolo. L’ho incontrato, gli ho illustrato la situazione e mi ha assicurato che
si sarebbe impegnato ad avvisare gli interessati che la conferenza non l’avrei
più tenuta.
Alle diciotto circa, sono uscito da casa e mi sono
accorto che la conferenza non era ancora, burocraticamente, stata annullata.
Sono giunto al municipio e, soltanto sul manifesto affisso vicino ad esso, ho
potuto, finalmente, leggere una parola meravigliosa: ANNULLATO. In
verità, conferenza è di genere femminile: avrebbero dovuto scrivere che
era stata ANNULLATA. Non potremmo pretendere troppo da
un’amministrazione che maltratta la cultura e la grammatica! Il messaggio è
parzialmente giunto agli interessati. Dalle diciotto alle venti e un quarto,
sono stato sulle scale del municipio. Ho spiegato alle persone che sono venute
per ascoltare la mia conferenza che ho dovuto annullarla a causa della
disorganizzazione dell’amministrazione comunale. Anche questi interessati hanno
perso il proprio prezioso tempo, una porzione di vita. Da questa vicenda,
abbiamo pur imparato che agli amministratori adelfiesi non importa che i
cittadini sprechino una parte dell’inestimabile esistenza.
Mi sorge una domanda: se un’amministrazione non fosse
interessata al miglioramento della vita dei cittadini, quali sarebbero i loro reali
interessi?
Tengo a precisare che non ho mai votato in vita mia
perché non credo che la politica possa migliorare questo mondo: potrebbe farlo
soltanto la cultura! Da questo, si evince che la presente denuncia non è di
natura politica. Ho soltanto voluto rilevare che la cultura meriterebbe di
essere trattata meglio. Siete d’accordo? In altri paesi, essa è rispettata
maggiormente. Andrò in uno di questi a tenere la conferenza che
l’amministrazione di Adelfia non si è impegnata ad organizzare bene: Raggi di
sole catoniani.
Vi ringrazio per l’attenzione profusa.
Adelfia, dodici giugno del 2017
Nicola Ambruoso