E' il documento ufficiale dell'ormai ex dirigente ai tributi dott.ssa Rossini a metterlo nero su bianco.
Durante il Consiglio Comunale del 20 settembre alcuni consiglieri comunali di minoranza hanno presentato una interrogazione protocollata il giorno dopo. Da alcuni interventi degli ultimi giorni su Adelfia Senza Censura ho appreso che la responsabile della ragioneria ha già dato una risposta. Pertanto esercitando l’accesso civico ho richiesto tale relazione che mi è stata fornita e che potete leggere QUI.
La relazione è molto complessa, poiché ricostruisce vicende di vari anni in una materia di difficile comprensione per i non addetti ai lavori come la contabilità pubblica.
In breve.
Nel 2010, appena arrivata ad Adelfia la dr.ssa Rossini redige il rendiconto 2010, a gestione ormai chiusa e il bilancio 2011 sotto la guida del commissario Lapolla.
Dal rendiconto emergerebbe un avanzo di circa 1.000.000 di euro.
Richieste notizie ai settori su eventuali contenziosi che possono dar origine a richieste di somme non previste in bilancio, nessun responsabile o altri segnala tali situazioni.
A novembre l’amministrazione Antonacci, appena insediata, decide di destinare € 450.000 per spese d’investimento in particolare per il rifacimento di Piazza Leone. In assenza di vincoli sull’avanzo, il tecnico non può rifiutare il parere contabile favorevole alla destinazione dell’avanzo.
Nel settembre 2012, si rende necessario nuovamente attingere all’avanzo per coprire sentenze definitive per € 200.000. Sui debiti fuori bilancio riconosciuti nel periodo 2011-2016 attribuibili all'amministrazione precedente si è già parlato in un precedente articolo per un totale di € 516.941,55.
Quindi del famoso milione rimanevano circa 480.000 euro
Arriviamo al 2015 quando con l’entrata in vigore della nuova contabilità l’ente, come tutti gli altri, provvede al riaccertamento straordinario dei residui con le nuove regole contabili.
Dopo tale operazione l’ente costituisce il fondo crediti di dubbia esazione per circa € 370.000 (avanzo vincolato per scongiurare il rischio di una mancata riscossione) e ha ancora avanzo libero per circa € 300.000, destinato a investimenti.
Nel luglio 2015 presso l’ente si insedia il commissario ad acta per la quantificazione dell’esproprio Carelli Palombi.
Vicenda lunga e complessa che ovviamente si riverbera sul bilancio. L’ente costituisce un fondo, pari alla somma richiesta dal commissario, vincolando l’avanzo libero e una parte dell’avanzo investimenti, per mettere in sicurezza i conti di fronte all’eventuale sentenza di condanna al pagamento.
Con la delibera 54 del 31 maggio scorso vincola tutte le alienazioni a farsi fino al soddisfacimento di tale debito. Lo stesso progetto Agorà Sicure relativo alla Gabbia dei Leoni, di fatto non vedrà mai la luce di cui pure si è scritto perché senza parere contabile e in quanto ogni provento da vendite sarà utilizzato per i risarcimenti.
Dalla relazione, inoltre si rilevano altri accantonamenti e residui in relazione ad altri contenziosi e controversie intervenute in questi anni:
1) vicenda contenzioso Gdf suez per bollette elettriche e gas di cui praticamente nessuno sapeva;
2) vicenda Censum che, per i mancati riversamenti fu dichiarata decaduta ( la Censum in seguito è fallita e sui suoi conti sono in corso delle indagini da parte della guardia di finanza che nei giorni scorsi è stata anche ad Adelfia);
3) vicenda contenzioso impianti sportivi per il quale sono stati operati opportuni accantonamenti.
Riepilogando quindi la vecchia amministrazione Antonacci lascia nell’avanzo € 503.244,71 come fondo crediti dubbia esazione, che esistevano pure prima ma le norme non prevedevano misure cautelative purtroppo, € 271.600 per il contenzioso borgo antico, per un totale di € 774.841.
Altri 90.000 sono stati vincolati in bilancio con la delibera 54/2015, (arrivando così a 864.841), cosi come con la stessa delibera 54 sono state vincolate tutte le alienazioni a farsi al soddisfo dell’esproprio.
Ad oggi l’ente è esposto dall’ulteriore sentenza del Tar relativamente all’esproprio Carelli Palombi per 910.000 euro e per la sentenza relativa ad alcuni minori, contro il comune di Conversano e un istituto per € 350.000.
Tradotto, mentre si persegue la politica delle buste e degli sfalci, Adelfia deve affrontare seri problemi sui conti. E i cittadini se ne stanno rendendo conto con le difficoltà nel reperire le somme per le attività più semplici.
Vanno ricercate subito soluzioni che permettano all’ente di non collassare, provvedendo ad appositi accantonamenti ristrutturando profondamente la spesa.
Non da ultimo, sarebbe da prendere seriamente in conto la possibilità di avviare il piano di riequilibrio.
Questo piano, introdotto nel 2012, permette alle amministrazioni in difficoltà di spalmare i debiti fino a 10 anni, bloccare eventuali azione di esecuzione e i relativi interessi.
Ovviamente il costo sarebbe quella di un'amministrazione ammanettata in quanto:
a) a decorrere dall'esercizio finanziario successivo, riduzione delle
spese di personale, da realizzare in particolare attraverso
l'eliminazione dai fondi per il finanziamento della retribuzione
accessoria del personale dirigente e di quello del comparto, delle
risorse di cui agli articoli 15, comma 5, e 26, comma 3, dei Contratti
collettivi nazionali di lavoro del 1° aprile 1999 (comparto) e del 23
dicembre 1999 (dirigenza), per la quota non connessa all'effettivo
incremento delle dotazioni organiche;
b) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del dieci per
cento delle spese per prestazioni di servizi, di cui all'intervento 03
della spesa corrente;
c) entro il termine di un triennio, riduzione almeno del venticinque
per cento delle spese per trasferimenti, di cui all'intervento 05 della
spesa corrente, finanziate attraverso risorse proprie;
d) blocco dell'indebitamento, fatto salvo quanto previsto dal primo
periodo del comma 8, lettera g), per i soli mutui connessi alla
copertura di debiti fuori bilancio pregressi.
In altre parole sarebbe una sorta di amministrazione controllata, ma con notevoli risparmi per la collettività e la certezza di non dover vedere tagli sui servizi fondamentali
Antonio Di Gilio