L'introduzione nel mondo moderno dei social-media, sta modificando il senso comune dei concetti di privacy e tutela dell'immagine.
Troppo spesso, con troppa disinvoltura, vedo la pubblicazione di foto, in gruppi anche pubblici e aperti, di immagini che ritraggono persone, senza la minima cognizione della normativa sottostante.
Partiamo dalla prima regola base.
La persona e la sua immagine sono beni inviolabili di ogni società civile. Stampatevelo nella mente è un vostro diritto che non venga leso e dovere di non lederlo.
Seconda regola:il ritratto di una persona non può essere esposto senza il suo consenso (art. 96 legge n. 633/1941 e seguenti).
Pertanto, qualsiasi foto che pubblicate, anche se scattate in luoghi pubblici, senza l'autorizzazione delle persone non possono essere pubblicate se non oscurandone il volto. E' il caso della foto di classe dei propri figli o i video della loro recita. Potete riprenderla e visionarla a casa. NO sula bacheca Facebook.
Terza regola. I vostri figli non sono di vostra proprietà, ma ne possedete solo la patria potestà. Tradotto non potete violare i loro diritti fondamentali, tra cui il diritto alla privacy e tutela dell'immagine
La generazione nata nel primo decennio di questo millennio sta per diventare maggiorenne e potrebbero arrivare nelle aule dei tribunali figli che portano in giudizio i propri genitori per aver pubblicato o postato foto in cui sono ritratti
L'idea non è peregrina. In Francia è diventato reato pubblicare le foto dei propri figli, in quanto incapaci di dare consenso (leggi QUI) e non è assolutamente improbabile che anche l'ordinamento italiano integri questo reato o i tribunali possano condannare i genitori che sistematicamente pubblicano ogni respiro dei propri figli.
Non solo. Nelle cause di divorzio o separazione già in corso, la pubblicazione delle foto dei propri figli sono usate dalle parti come strumento per ottenere vantaggi nella sentenza (come l'affido esclusivo).(La Repubblica).
Non da ultimo è bene ricordare che ogni foto pubblicata di vostro figlio, resta nella rete per sempre.
Non è fatto mistero che le risorse umane delle aziende cerchino anche nei social-media informazioni sui candidati. Aver pubblicato e reso di dominio pubblico la foto del proprio figlio in situazioni imbarazzanti potrebbe essere controproducente.
Da non dimenticare che la rete è la proiezione della vita reale e internet è l'eldorado di pedofili che non si fanno scrupoli a usare le immagini di ingenui bagnetti dei propri figli per scopi commerciali e sessuali.
Insomma, ogni volta che digitate il tasto upload RIFLETTETE
Antonio Di Gilio
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