Il Maggiore Dottor Marco Zatelli, 46 anni, laureato in giurisprudenza, è entrato in servizio nel nostro Comune il 1 aprile 2013 come nuovo Comandante della Polizia Municipale.
Buongiorno e benvenuto ad Adelfia, Comandante. Lei arriva nel nostro Comune dalla provincia di Trento.
Io sono residente a Trento, lavoravo nella parte nord rispetto alla città, nel territorio della Val di Cembra. Ero Comandante di un corpo di Polizia Municipale intercomunale, per un totale di 16 Comuni.
Che impressione le ha fatto Adelfia?
Un'impressione positiva. La gente è positivissima, molto cordiale. Una buona impressione anche dal punto di vista dell'organizzazione del Comune. Sto adesso iniziando a conoscerlo e a non perdermi tra i vari piani.
Ha riscontrato delle mancanze particolari?
Non ho ancora avuto il tempo di conoscere tutto il paese. L'unica parte di paese che ho girato a piedi è stata quella compresa fra Corso Vittorio Emanuele, Via Tobagi e Via Santa Maria della Stella, domenica scorsa. Questo per farmi un'idea di quella che è la viabilità e di quelle che possono essere le necessità. Il paese è realizzato con delle strade a 90 gradi, che hanno delle dimensioni molto strette, e mi sembra di capire che particolarmente in certe zone non ci sono i parcheggi. La viabilità è abbastanza condizionata da questi fattori oggettivi. Ho notato che ci sono delle situazioni di ingolfamento della circolazione, ma non ho visto delle criticità insormontabili. Penso che si possa ragionare assieme, magari ognuno apportando i propri contributi, ragionando poi anche con le varie categorie, per individuare quella che può essere una soluzione condivisa.
Alcune cose possono essere tollerate, altre no. Ad esempio, i posti riservati ai portatori di handicap devono restare liberi, è proprio un segno di civiltà. Così come le strisce pedonali: una mamma con un bambino non può ritrovarsi a fare free climbing sulle auto.
Uno dei problemi che più preoccupa la cittadinanza è quello del randagismo. Qual è lo stato attuale del problema, e come si cercherà di risolverlo?
Non ho ancora chiaro il quadro, ma mi hanno informato del fenomeno del randagismo. So che l'assessore competente (Cafarchia, ndr) ha già avuto una serie di incontri con i soggetti competenti, quale la ASL, e con soggetti privati.
Questo è un problema che deve essere risolto il prima possibile. Da un lato c'è la necessità di garantire la sicurezza e l'incolumità della popolazione e allo stesso modo dall'altro c'è la necessità di trattare bene questi cani. Loro non hanno colpe per la situazione, quindi devono essere trattati
quanto meglio possibile. Possono essere nati magari allo stato brado o piuttosto trovarsi lì perché c'è la sgradevole abitudine di regalare a Natale un cucciolo che poi cresce e in estate viene abbandonato. Ecco la classica frase: "Il cane non sono io". A buon intenditor...
La cittadinanza lamenta una quasi totale assenza dei vigili fra le strade. Nei prossimi mesi ci sarà una inversione di tendenza? Ci sarà maggior controllo del territorio da parte dei vigili?
Solitamente la cittadinanza si lamenta quando il vigile non c'è, ma si lamenta anche quando il vigile c'è. Noi in totale siamo 10 persone. Essere solo in 10 tra domeniche, recuperi, mattina, pomeriggio, lavoro d'ufficio e quant'altro significa che se fuori ci sono 2 o 3 unità è già il massimo che possiamo avere, considerando che in 5 o 6 vanno per strada. Il Tenente, che si occupa di commercio, deve fare tutta l'attività ad esso connessa. Tutto ciò richiede la redazione di atti, provvedimenti e controlli specifici. Abbiamo una sezione che si occupa di accertamenti in materia edilizia ed ambiente, che spesso sfociano in provvedimenti di natura amministrativa o penale. Tutte queste attività devono necessariamente essere portate avanti. Tutte le tipologie di interventi, come la sistemazione della segnaletica stradale, vanno pianificati.
Pur avendo la massima disponibilità del personale, se io ho delle persone che devono seguire degli atti della procura non posso metterle per strada per 6 ore. Magari se si ha tempo si cerca di essere presenti nelle ore di punta nelle zone nevralgiche del paese.
In definitiva, il 60% del Corpo è sul territorio, mentre il resto esce ed entra, ma lo fa principalmente per controlli di settore. Bisogna fare delle scelte, bisogna vedere cosa è più opportuno.
Il numero degli agenti è secondo lei sufficiente a garantire tutti i controlli necessari?
Noi in totale siamo 10 persone, dovremmo essere invece 18. Dipende da cosa si intende per sufficiente. Se lo guardiamo dal punto di vista dell'erogazione del servizio, se la pianta organica è di 18, posso erogare un certo servizio. Nel momento in cui siamo in 10, alla contrazione delle risorse umane consegue una contrazione del servizio.
Il Comune ha fatto uno sforzo per incrementare il numero degli operatori, che adesso è pressoché raddoppiato. In questo modo riusciamo già a fare qualcosa in più. Noi facciamo del nostro meglio, ma non riusciamo arrivare ovunque. Riusciamo però a fare quello che possono fare 10 persone, partendo dalle 7:30 fino alle 20:30.
La scorsa settimana sono stati rivisti i sensi di marcia di alcune vie dell'abitato. Gli abitanti della zona lamentano di non essere stati resi partecipi ed informati del cambiamento. Lei crede che in futuro sarebbe più opportuno confrontarsi con la cittadinanza prima di assumere questo tipo di decisione?
E' assolutamente necessaria un'opera di informazione e condivisione, così come in tutte le cose. E' vero che dal confronto nascono delle critiche, ma non tutte le critiche sono distruttive. Ci possono essere delle critiche costruttive, dove vengono evidenziati aspetti che magari con la massima buona fede uno non aveva preso in considerazione. Così si può intervenire, fare dei miglioramenti, delle rivisitazioni di pensiero. Solo un ottuso non cambia mai idea a fronte di una serie di fatti portati alla sua attenzione.
Lei come vede l'ipotesi della chiusura al traffico di alcune vie del paese, magari le piazze?
E' una questione di mentalità. A Trento vi è un centro storico che è grande quanto Adelfia, e da due anni fa non si entra con la macchina a partire dalle ore 16:00. All'interno c'è un'area pedonale urbana con panchine, aiuole, negozi, e i commercianti fanno i salti dalla gioia. Per due motivi: non hanno le macchine che coprono le vetrine e perché la gente va a piedi e fa il giro di tutte le strade.
Io penso che siano possibili iniziative progressive, e credo che alcune principali vie dell'abitato possano essere restituite alla popolazione appiedata. Ad esempio, perché non pensare di chiudere Corso Umberto I come "domenica ecologica" e tutti ci muoviamo a piedi, con le biciclette, e di bambini sono liberi di giocare? Sono tante le possibili iniziative, le chiusure non devono necessariamente essere totali. Anche al nord le critiche iniziali non sono mancate, soprattutto dai commercianti che paventavano una mancanza di clienti perché non si poteva entrare con la macchina. E' stato esattamente l'opposto. E' logico, però, che bisogna creare un minimo di aree in cui parcheggiare l'automobile. Le aree pedonali devono esserci quando vi sono delle alternative concrete.
Io abito a 10 minuti dal Comune, ci vengo a piedi, e la gente mi fa: "Ma sei pazzo!". Ma per 10 minuti a piedi!? A me fa giusto piacere. E' una mentalità diversa la mia, ma personalmente preferisco fare due passi e non prendere la macchina per fare poche centinaia di metri.
Gli ultimi dati ufficiali attestano una raccolta differenziata ad Adelfia ferma al 12,81%.
Il nuovo servizio dovrebbe iniziare a breve, sarà un sistema porta a porta spinto. La raccolta differenziata va ad impattare su usi e costumi radicali. Ma bisogna rendersi conto che se noi non differenziamo, il male lo facciamo ai nostri figli. Non si può andare avanti così.
I Comuni della provincia di Trento hanno raggiunto percentuali altissime, intorno al 70%, e nel 2004 già erano oltre il 50%.
Lì viene utilizzato un sistema misto, porta a porta ma anche cassonetti per le strade. Io il primo anno ho fatto 180 violazioni, poi pian piano le cose sono migliorate. La raccolta differenziata non la gestisce il Comune, la gestisce un'azienda municipalizzata che lavora su tutto il territorio, quindi sono organizzati molto bene.
Lei pensa che la cittadinanza vada educata oppure in qualche modo va obbligata attraverso sanzioni o incentivi per chi differenzia di più?
Noi abbiamo l'obbligo di fare i controlli e di elevare le sanzioni. A livello generale, è pacifico che fare un'informazione capillare, illustrando le ragioni delle scelte che hanno portato a questa individuazione di conferimento dei rifiuti fornisce anche alla popolazione dei motivi logici per cui adempiere a questi meccanismi spontaneamente. Il condividere che se andiamo avanti così, l'ambiente diventa una discarica e questo è pregiudizievole per noi e per le future generazioni è fondamentale. Dobbiamo guardare il nostro ambiente e cercare di fare tutto il possibile per migliorarlo.
Quali sono i suoi obiettivi per questo paese? Ha un obiettivo cardine che cercherà di raggiungere durante il suo lavoro?
Se io riuscissi ad azzerare l'importo delle sanzioni vorrebbe dire che tutti quanti sono bravi. L'obiettivo che io ho è che la cittadinanza possa avere un servizio di polizia locale al massimo dell'efficienza, in relazione a quelle che sono le risorse disponibili. Voglio essere in grado di poter dire un domani che se una cosa non è stata fatta non è perché l'ufficio è disorganizzato, ma per ragioni oggettive. Ogni responsabile di un servizio debba attendere ad avere il miglior servizio possibile. Soprattutto la Polizia Municipale, che ha delle ricadute esterne e dirette. Cerchiamo di migliorare tutto il migliorabile, consapevoli di dover fare i conti con una situazione economica non agevole, cercando di dare una priorità e fare delle scelte all'interno delle emergenze.
Cosa chiede all'amministrazione ed alla cittadinanza?
Ho conosciuto il mio assessore, con il quale ho instaurato sin da subito un ottimo rapporto ed una fitta rete di scambi di comunicazioni, proprio per cogliere le esigenze dell'organo politico e comunicare quelle che sono le mie proposte tecniche.
L'unica cosa che posso chiedere alla cittadinanza è che abbia pazienza con me! Nel senso che se mi capita di sbagliare, sbaglio in buona fede. Con la cittadinanza ho avuto un ottimo contatto.
Ho comunque bisogno di un po' di tempo per conoscere la situazione locale per poi vedere se e quali possono essere i margini di miglioramento, o meglio di adattamento, del servizio. Il nostro ruolo deve intrecciare un rapporto di conoscenza con la gente, perchè noi siamo un servizio e siamo al servizio della cittadinanza, questo è chiaro. Ma è altrettanto chiaro che essere al servizio significa non poterci permettere di scaricare gli aspetti più antipatici del nostro lavoro. Non c'è un solo agente che è contento di fare una sanzione, ma anche questo fa parte della nostra attività. Non è la parte principale della nostra attività, ma è la parte che la popolazione avverte maggiormente.
Vincenzo Prudente
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