martedì 26 giugno 2012

Qualcosa si muove. Finalmente si guarda alla spesa.

Negli ultimi numeri, in maniera sempre più incalzante, chiedevamo all'amministrazione Antonacci, di incominciare a guardare alle inefficienze presenti sul lato della spesa del sistema comunale.
Le proposte e le segnalazioni avanzate già durante l'amministrazione Nicassio su stampanti e fotocopiatori , linee telefoniche fisse e mobili e telefonia sono state accolte dall'attuale amministrazione che ha predisposto il piano di razionalizzazione dell'utilizzo delle dotazioni strutturali per il periodo 2012-2014.

Innanzitutto la delibera di giunta del 19 giugno 2012 ci da atto di quello che da anni sosteniamo. Nel corso degli anni sono stati fatti acquisti senza un minimo di raziocinio.
Il comune alla data della delibera aveva 56 PC e 48 stampanti. Chi ha un minimo di competenze sa benissimo che è possibile mettere in rete per ogni stampante un numero svariato di PC. Ma evidentemente i nostri dipendenti hanno preferito avere ognuno una propria stampante. Con aggravi di spesa non solo per il loro acquisto, ma anche per il numero svariato di toner necessari ( e aggravio pertanto anche di una peggior gestione negli acquisti).
La giunta ha pertanto messo la parola fine a questo modo di fare, decidendo che l'eventuale dismissione delle varie stampanti, non prevederà la loro sostituzione immediata, portando pertanto il rapporto da 1a1 a 1stampante ogni 2 PC.
Tuttavia, segnalo che un rapporto più corretto sarebbe almeno 1 a 4 (valore medio riscontrabile nelle aziende private). Senza voler sminuire il lavoro titanico che gli assessori stanno compiendo, per mancanze pregresse vorrei rendere noto che con determinazione n. 648 in data 11 giugno 2012, è stato disposto l’acquisto di una stampante laser marca BROTHER per la somma di € 100,00 + IVA per un totale di € 121,00. Dato che per stessa ammissione della giunta, le stampanti sono troppe, non capisco come mai si è resa necessario questo acquisto. Il dirigente non era a conoscenza del numero abnorme di stampanti presenti nel comune? Nel settore privato generalmente chi sbaglia paga. Non capisco perchè nel pubblico quei 121 euro li debbano pagare i contribuenti. Sarebbe un bel segnale se a pagare fosse chi ha fatto l'acquisto...che ci volete fare sono un ottimista cronico

Ma proseguiamo. Un altro ottimo lavoro è riscontrabile sul versante software. Finalmente, un'amministrazione ha stabilito che provvederà a sostituire i software a pagamento ( il gettonato windows e famiglia) con i software open source (ossia gratuiti). Certo, sarà necessario istruire i dipendenti nel passaggio dall'utilizzo dai vecchi e costosi programmi a quelli gratuiti, ma non è un'operazione difficile.

Infine, ultima rivoluzione riguarderà la telefonia fissa.Già nel 2008 su Adelfiablog ( al tempo con Cellino ancora sindaco), parlavamo della tecnologia Voip, ossia il passaggio dalle tradizionali linee telefoniche a quelle che passano attraverso Internet. Per intenderci, in maniera semplificativa, parliamo delle comunicazioni similari a quelle di Skype o MSN. Il costo di queste linee sono circa il 90% in meno rispetto alle linee attuali. Basta farsi un giro in internet per vedere le tariffe.

Insomma, finalmente qualcosa inizia a muoversi. La strada è stata imboccata. Adesso si passi dalle delibere ai fatti.
Qui la delibera

Antonio Di Gilio

mercoledì 20 giugno 2012

Dove non arriva il buon senso...ci pensano i tecnici

Interessante articolo sul Sole 24ore sul futuro sistema per gli acquisti da parte della PA
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-11/acquisti-tutti-obbligo-passare-063606.shtml?uuid=AbLyMSqF

Shopping obbligato allo sportello Consip per Ministeri, Asl e Comuni. Il decreto sulla spending review, approvato in prima lettura il giovedì scorso dal Senato, prova a «forzare» le abitudini di acquisto di beni e servizi per migliaia di enti pubblici con l'obiettivo di tagliare in fretta tempi e costi.
Tutto ruota intorno alla Consip: la centrale acquisti del ministero dell'Economia, una sorta di E-bay della pubblica amministrazione, diventa l'unica via per gli acquisti di beni e servizi dei ministeri. Anche Asl e ospedali non avranno scelta: se non trovano un bene nelle convenzioni delle centrali acquisti regionali non possono più cercarlo sul mercato, ma devono rivolgersi alla Consip. E infine, tutte le amministrazioni pubbliche (Comuni compresi) devono pescare dal catalogo centralizzato per i loro piccoli acquisti sotto la soglia comunitaria (130mila per le amministrazioni statali, 200mila per quelle locali).
Insomma niente più scuse: la spesa della Pa si sposta in gran parte verso il «maxisupermercato» Consip, non più con forme di persuasione volontaria, ma con un obbligo di legge. Del resto, con il «metodo Consip »(si veda la scheda a lato) il risparmio sui prezzi ottenibile è in media del 19 per cento. Un taglio notevole su un mercato delle forniture pubbliche che nel 2011 valeva 136 miliardi totali, di cui però solo 29 transitati attraverso la Consip (si veda il Sole 24 ore del 3 maggio 2012). L'ultima correzione al decreto (varata con un emendamento del Pd) va proprio nel senso indicato dal Governo di allargare il raggio d'azione della centrale nazionale, passando in breve dai 29 miliardi ad almeno 39 e ottenendo così un risparmo stimato di almeno due miliardi.
Ma quanto tempo ci vorrà prima che il nuovo meccanismo entri a regime? Gli obblighi scatteranno dall'entrata in vigore della legge di conversione del Dl 52, che ora deve essere confermata dalla Camera. In ogni caso al massimo entro il 7 luglio, pena la decadenza di tutto il decreto. Di fatto la Consip è pronta: sono già 65 le convenzioni attive che coprono praticamente tutte le esigenze di forniture. Qualche sforzo in più potrebbe essere necessario per implementare i prodotti destinati alla sanità, finora poco richiesti. Mentre il mercato elettronico (Mepa) oggi è già esteso a circa 3.500 fornitori per un catalogo di 1,3 milioni di articoli.
È difficile, invece, ipotizzare con le nuove convenzioni una ulteriore diminuzione del prezzo unitario dei beni (che già oggi tocca punte del 70%, sulle stampanti ad esempio, come documentato dal Sole 24 ore del 7 maggio). Le convenzioni hanno ormai raggiunto una massa critica sul mercato. In più già oggi il 50% delle richieste di acquisto arriva da amministrazioni non obbligate.

Il vero risparmio sarà per quegli acquirenti finora poco propensi a rifornirsi da Consip. Ma il problema saranno i controlli. Certo il decreto abbassa da 150mila euro a 50mila la soglia per segnalare gli appalti all'Autorità di vigilanza e permette verifiche anche sulle piccole forniture. Ma il Dl ribadisce anche che la stessa Authority deve rendere pubbliche le informazioni sulle amministrazioni aggiudicatrici, l'operatore economico aggiudicatario e sulla fornitura. Insomma, i primi controllori saranno i contribuenti che quando l'Autorità offrirà le informazioni potranno finalmente sapere come il proprio Comune o la propria Asl investe i soldi pubblici.
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Il perimetro
01 | MINISTERI E AMMINISTRAZIONI STATALI PERIFERICHE (ESCLUSE SCUOLE)
Le amministrazioni statali e le loro organizzazioni periferiche dovranno rivolgersi alle convenzioni Consip per ogni acquisto di beni e servizi, a condizione che esista una convenzione attiva per quel bene. Solo se la convenzione è esaurita potranno acquistare sul libero mercato. Oggi invece sono solo otto le categorie merceologiche per le quali la Consip è la strada obbligata. Vengono individuate con un decreto annuale, che da domani però, è cancellato
02 | ASL E OSPEDALI
Oggi sono obbligati in prima battuta a cercare di approvvigionarsi tramite le centrali di acquisto regionali e, in mancanza del prodotto richiesto, possono bandire una propria gara. Con la nuova versione del Dl spending review, non potranno più fare da soli: dovranno, in seconda battuta, rifornirsi dalla Consip
03 | TUTTE LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE STATALI E TERRITORIALI
Per le piccole forniture sotto le soglie europee dei 200mila euro (per le amministrazioni statali) o i 133mila euro (per quelle locali) tutti gli enti pubblici saranno obbligati a rivolgersi al Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione) o altri mercati elettronici esistenti in futuro.

01 | LE CONVENZIONI
Sono contratti quadro stipulati da Consip con i quali il fornitore vincitore di una gara si impegna ad accettare richieste di beni da parte delle singole amministrazioni, fino a un tetto fissato dalla convenzione stessa. Oltre al risparmio di prezzo dovuto all'acquisto in grandi stock, le amministrazioni tagliano sui costi e i tempi di gestione della gara.
02 | MERCATO ELETTRONICO
Il Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione) è lo strumento di Consip, pensato per i piccoli ordinativi, sotto la soglia comunitaria di 133mila euro (enti locali) o 200mila euro (Stato). Sulla piattaforma elettronica (www.acquistiinretepa.it) è disponibile un catalogo di 1,3 milioni di articoli. Gli enti registrati possono consultare i cataloghi delle offerte ed emettere direttamente ordini d'acquisto o richieste d'offerta
03 | ACCORDO QUADRO
Consip conclude accordi quadro a cui le amministrazioni possono ricorrere per beni e servizi. Nell'accordo Consip stabilisce condizioni base (prezzi, qualità, quantità) dei successivi appalti (specifici) che saranno aggiudicati dalle singole amministrazioni durante un dato periodo. I parametri prezzo-qualità Consip valgono da benchmarking per le amministrazioni

martedì 19 giugno 2012

Un segnale dall'amministrazione

Forse qualcuno lo aveva dimenticato, ma ad Adelfia per anni si è perpetrata un'ingiustizia sulla TARSU.
Come potete leggere QUI, la vecchia amministrazione in barba al buon senso applicava una delle aliquote più basse d' Italia ai distributori di benzina, con vantaggi a mio avviso inaccetabili.

L'amministrazione Antonacci ha messo la parola fine a questa follia portando a 10 euro l'aliquota per i distributori di carburanti in linea con altri Comuni della provincia di Bari. Finalmente un risultato politico. Un segno tangibile del cambio di rotta di rottura con il passato. Potete scaricare la delibera con le nuove aliquote  QUI 

Antonio Di Gilio

venerdì 8 giugno 2012

Lettera aperta alla classe politica locale: attenzione, se non si cambia si rischiano i forconi.

Giovedì 7 giugno, l'amministrazione ha annunciato le aliquote per l'IMU 2012. Per quest'anno l'aliquota per la prima casa resta al 4%o mentre per tutti gli altri immobili l'amministrazione ha deciso di aumentare l'aliquota ordinaria di 2 punti passando dal 7,6%o al 9,6%o.

Innanzitutto una precisazione. L'IMU così come è stata progettata è di fatto un'aspiratrice di risorse che avvantaggia non i comuni ma lo stato centrale ( con buona pace dei federalisti). Infatti gli importi più cospicui sugli immobili diversi dalla prima casa sono al 50% tra comuni e stato centrale. Pertanto in alcuni casi, i comuni (ed è il caso di Adelfia) rischiano addirittura di incassare meno rispetto alla vecchia ICI con l'aliquota base che invece andava interamente ai comuni. Creando, se non variata, buchi di bilancio.

Detto questo, per coerenza e correttezza, resta un dato politico, si continua a fare cassa con le tasse e si fa ancora troppo poco sul versante dei tagli.

Innanzitutto si attende da oltre sei mesi un regolamento sugli immobili comunali, continuando pertanto, come già spiegato nel numero precedente, a perpetrare un danno alle casse comunali per tutte quelle associazioni che beneficiano del comodato d'uso gratuito. Dato che certamente nessuno provvederà a recuperare le somme pregresse, quanto meno sarebbe il momento di individuare una data di chiusura dei comodati, senza aspettare il regolamento. Per questo non serve aspettare il regolamento. Lo si può fare domani. E' una questione di equità.

In secondo luogo, come più volte dimostrato è necessario rendere più efficiente la macchina amministrativa, non solo per gli acquisti superiori ai 50.000 euro ma soprattutto per gli acquisti di piccolo importo. E 'necessario un albo fornitori per le spese ordinarie ( carta, toner, cancelleria, PC ecc..) dove ho più volte dimostrato che attualmente si spende mediamente il 30% di più.

Infine, e non da ultimo, ricordo che dal 2013 i cittadini adelfiesi avranno, ormai è certo visti i dati, un salasso per la futura TARSU. La nomina della nuova società che dovrà gestire la raccolta differenziata latita e per i cittadini è prevista praticamente un raddoppio ( non è una esagerazione, ma quello che accadrà) della tassa sui rifiuti.

Queste sono le risposte politiche che i cittadini adelfiesi attendono. Le soluzioni tampone fin qui adottate, sono servite a esigenze di necessità e di urgenza. Adesso è necessaria una risposta di progettualità. Quale disegno economico, politico, finanziario e sociale vogliamo dare al nostro paese? O si interviene subito, o il rischio è che l'anno prossimo, una popolazione sempre più esasperata, scenda in piazza, prenda i forconi e non distingua più tra buona e cattiva politica. Non ci saranno più scuse che terranno ( crisi economica, tagli ai trasferimenti ecc. ) in quanto sarà non un fallimento amministrativo ma POLITICO.

Antonio Di Gilio