giovedì 7 dicembre 2017

Adelfiesi malati di gioco: ogni famiglia spende quasi 2.000 euro l'anno

E' di oltre 12 milioni di euro la spesa in giochi, lotterie ecc. che le famiglie adelfiesi fanno ogni anno.
E' il risultato shock ricevuto a seguito di una richiesta di accesso agli atti effettuato presso i Monopoli di Stato settore giochi. Ma andiamo per ordine.
In data 2 agosto invio PEC ai Monopoli chiedendo di ottenere informazioni sull'ammontare complessivo dei flussi delle giocate fatte su Adelfia.

Il 28 settembre ricevo una prima risposta di diniego "In riscontro alla richiesta assunta al protocollo il 6 settembre u.s., con cui la S.V. chiede alcuni dati relativi ai giochi per gli anni 2015 e 2016 si fa presente preliminarmente che l’agenzia non può inviare né “dichiarazioni” sui dati richiesti né, tantomeno, il “rendiconto” degli stessi, che è nella disponibilità della Corte dei Conti."(clicca QUI per leggere la risposta integrale)
Chi mi segue sa che tendo a non demordere e a non fermarmi davanti a deboli affermazioni di diniego. Nello stesso giorno rispondo, mettendo in copia conoscenza l'ANAC, aggiornando gli scriventi sulle innovazioni in materia  di trasparenza. Chiudo la PEC in maniera ferma "Pertanto sono qui a richiedere quanto richiesto in precedenza, o diversamente di indicarmi la normativa che permette di non comunicare a cittadini le informazioni richieste.
Sempre relativamente a ciò, in mancanza di riscontro entro 60 giorni, presenterò formale comunicazione all'ANAC, che ci legge in copia, per richiedere la conformità della Vostra politica nel rispetto della legge sulla trasparenza.
Cordialmente"
Evidentemente, la mia risposta deve aver instillato ai Monopoli il dubbio che il dato è da ritenersi pubblicabile e il 4 dicembre ho ricevuto la risposta con i dati di spesa del nostro comune(leggibile QUI). I RISULTATI SONO SCIOCCANTI.
Ad Adelfia tra lotterie, lotto, videolottery ecc si spendono oltre 12 milioni di euro. Il risultato pro-capite è facile da desumersi, sono quasi 720 euro a testa (neonati e ultra centenari compresi). Il dato diventa più attendibile se consideriamo i nuclei familiari che sono 6.500. Ogni nucleo familiare spende in media quasi 1.900 euro all'anno. Quasi due stipendi medi.
Se a questo aggiungiamo che gli adelfiesi fanno sicuramente uso di giochi anche fuori comune come l'Auchan di Casamassima(il quale ha valori 3 volte superiori a causa di questo tipo di turismo), la cifra di 2.000 euro a famiglia non è un'eresia. SCARICA LA TABELLA

Insomma, considerato che 2.000 euro è un dato medio(120 euro al mese), ad Adelfia ci sono famiglie che evidentemente stanno vivendo un dramma a causa delle ludopatie.
A margine, non è peregrina l'idea che parte di quei soldi sono figlie dell' economia sommersa considerato che il reddito medio adelfiese è di 15.000 euro
La politica, anche locale, deve interrogarsi seriamente su come intervenire per cercare di ridurre un fenomeno che con la crisi ha preso le tinte del dramma

Antonio Di Gilio


lunedì 13 novembre 2017

Caso TARI: Adelfia tra i comuni che hanno sbagliato i calcoli?

I cittadini di diversi Comuni italiani, tra cui Milano, Genova, Napoli e Cagliari, hanno pagato negli ultimi 5 anni più del dovuto la Tari. Un errore nel computo della quota variabile della tassa comunale sui rifiuti ha fatto lievitare a dismisura il prelievo, in alcuni casi fino al doppio. E' stato il sottosegretario all'Economia Pier Carlo Baretta a svelare l'irregolarità. 
Cerchiamo di capire meglio come è avvenuto il raddoppio della quota variabile della Tari. La bolletta sulla spazzatura è composta da due voci:
  • la «quota fissa», per esempio 2 euro al metro quadrato
  • la «quota variabile», parametrata al numero di persone che abitano l’immobile (per esempio 100 euro per i single, 110 per le coppie e così via). Ciò serve a collegare l’importo totale alla quantità di rifiuti smaltiti, che cresce quando aumentano le persone.
  • Tutto il meccanismo va applicato una sola volta per ciascun immobile, sommando le superfici di abitazioni e pertinenze per la quota fissa e aggiungendo poi quella variabile. Invece la quota variabile viene ripetuta per garage, box e cantine; ciò ovviamente ha l’effetto di gonfiare il conto finale.
Veniamo al caso adelfiese. Come si evince dal piano finanziario scaricabile QUI, l'amministrazione comunale ha applicato una monomia per il calcolo della Tari che genera il meccanismo incriminato. Infatti la parte variabile sarebbe dovuta essere sommata alla parte fssa tenendo ben distinti i due criteri. Invece questo meccanismo ingenera un aumento della TARI ai possessori di pertinenze in quanto è come se indirettamente, per la parte variabile, venisse applicata due volte.
A dire la verità questo meccanismo proveniva direttamente dal MEF e il caos ingenerato non è direttamente imputabile ai Comuni.
Tuttavia, qualora quanto sostengo si rivelasse corretto, molti potrebbero essere i contribuenti con il diritto di chiedere il rimborso.
Di converso, la legge che introduceva la TARI. obbligava i comuni a finanziare totalmente con la tassa dei rifiuti l'intero servizio. Pertanto se qualcuno si troverà ad avere i rimborsi, altri si troveranno a pagare di più. Tuttavia , salvo interventi legislativi, i comuni si ritroveranno sostanzialmente con buchi di bilancio.
In attesa di una nota meglio esplicativa del MEF, sarebbe opportuno richiedere una dichiarazione della giunta sulla vicenda a tutela dell'amministrazione comunale e dei contribuenti

Antonio Di Gilio

martedì 7 novembre 2017

ILLUMINAZIONE PUBBLICA E LED - Gli Adelfiesi sono pronti?

Periferia Milano
Il comune di Adelfia si sta apprestando ad avviare un'innovazione nel sistema della illuminazione pubblica e il suo efficientamento energetico. Senza cadere nei tecnicismi amministrativi che non vuole essere l'oggetto del post, vorrei porre la questione dell'introduzione delle ultime tecnologie, ossia il LED senza le quali non si può parlare di efficientamento. Molti di voi probabilmente hanno già nelle proprie case questa nuova tecnologia ma ben diversa è l'applicazione a livello comunale.
I risparmi sono elevatissimi, ma è necessario preparare la popolazione a un cambio di visione e aspettativa.
CON LED                     SENZA LED
La tecnologia a LED seppur fornisce la stessa luminosità sul sistema stradale a differenza delle attuali lampade ha un fascio INcentrato sulle strade, non illuminando le facciate delle abitazioni.
Vi riporto a tal proposito quanto accaduto a Milano. Qui l'amministrazione comunale ha implementato su tutto il territorio la nuova tecnologia LED e la differenza è tale che perfino dallo spazio è possibile constatare il cambiamento di inquinamento luminoso come mostrato nella foto.
E' giusto il caso di mostrare alcune foto prima e dopo l'introduzione dei LED ed è possibile verificare come la situazione di luminosità sulle strade sia rimasto invariato. Altre foto sono visualizzabili andando su questo link

Tuttavia, come spostiamo lo sguardo dalle strade a un ambito più ampio, qualcuno potrebbe avere da obiettare di come la città sia al quanto buia. Chi ha visitato città come Berlino, oppure appunto Milano sa esattamente cosa intendo.
Porta Romana
A titolo puramente di esempio vi mostro una foto relativa a Porta Romana, sempre a Milano. Siamo praticamente in pieno centro a meno di 1 km dal Duomo, in una delle strade con maggior numero di locali. Come potete verificare, la strada è ben illuminata, ma come spostate l'occhio sugli edifici, questi restano totalmente al buio. E' possibile vedere in maniera chiarissima la luce che proviene dalla finestra dell'edificio a sinistra, dato dal contrasto con il "buio" dell'esterno. Gli edifici oltre il monumento sullo sfondo sono sostanzialmente al buio dato che il fascio di luce viene esclusivamente proiettato sulla strada evitando dispersioni ambientali.

Sia chiaro, la tecnologia LED è efficiente, consuma poco, fa risparmiare oltre il 50% dei consumi elettrici e ha costi di manutenzione ordinaria e straordinaria di molto inferiori. E' sicuramente auspicabile. Tuttavia è bene sapere esattamente di cosa stiamo parlando. Da un punto di vista psicologico non si discosta molto dall' introduzione della mobilità ciclabile.
Vi rimando a questo articolo di come molti milanesi non l'hanno presa benissimo, poco dopo l'introduzione dei LED

Antonio Di Gilio

martedì 31 ottobre 2017

Per il web Adelfia è sinonimo di festa di San Trifone

Google Trends è uno strumento, basato su Google, che permette di conoscere la frequenza di ricerca sul web di una determinata parola o frase. La ricerca e visualizzazione sono impostabili per nazione e per lingua. I risultati (cioè i trends, ovvero le "tendenze" correnti) sono mostrati accompagnando l'occorrenza con un grafico che sintetizza, nel tempo, l'andamento della sua popolarità (ricerca o visualizzazione
In altre parole ogni volta che fate una ricerca su Google, quella ricerca viene memorizzata ed entra nel mega cervellone che analizza appunto i trend di uso di quella ricerca. Più un fatto o una persona è ricercata più il suo trend sale.
Per Adelfia, il trend è stabile nel corso dell'anno, ma i navigatori del web, aumentano le ricerche sempre a cavallo nelle date immediatamente antecedenti al 10 novembre, giorno di picco e successive.


Altra chicca, più passano gli anni, più la ricerca della nostra comunità aumenta come dimostra la curva che ho creato.
Sicuramente c'è sempre più gente che impara ad usare i nuovi strumenti informatici ma probabilmente c'è anche un cresciuto interesse. 
A riprova se sovrapponiamo la ricerca di Adelfia con quella di San Trifone scopriamo che l'interesse del santo cade in mesi diversi rispetto alla festa patronale adelfiese. I picchi che vedete sulla curva blu (San Trifone) cadono nel mese di febbraio, mentre per Adelfia, curva rossa, appunto i picchi li ritroviamo in coincidenza con la festività patronale.
Un segnale forte alla politica che deve analizzare fino in fondo le potenzialità di questa festa

Antonio Di Gilio

venerdì 18 agosto 2017

POS obbligatorio. Da settembre scattano le sanzioni. Finalmente

L’Italia è il Paese dei contanti.Bene. Da settembre le cose cambieranno: il Pos (Point of sale) sarà obbligatorio per tutti i negozianti, commercianti, i professionisti ed i vari esercenti italiani, i quali non potranno più rifiutare un pagamento elettronico. 
In realtà l'obbligo è presente già dal 2015, ma le norme non prevedevano alcuna sanzione, tuttavia da settembre la musica cambia. Infatti per chi non si dota di POS o impedisce il pagamento accampando scuse di mal funzionamento, potrà vedersi rifiutato il pagamento dal cliente e il rischio di una multa salata
L’obbligo è rivolto alle imprese, ai commercianti e ai professionisti (tra questi: notai, falegnami, idraulici, ingegneri, artigiani, con eccezione di chi può dimostrare l’impossibilità tecnica e oggettiva di utilizzo del dispositivo elettronico).
Nel dettaglio, quella che scatta immediatamente dopo aver appurato che l’esercente non è provvisto di Pos è una multa pari a 500 euro. Una volta pagata, si avranno trenta giorni di tempo per acquistare il dispositivo e mettersi in regola e sessanta giorni per far giungere comunicazione alla Guardia di Finanza dell’avvenuta installazione del macchinario. In mancanza, è prevista una seconda multa più salata e pari mille euro, alla quale seguirà un altro mese di tempo per mettersi in regola. In seguito a questo ulteriore avvertimento, è prevista la sospensione dell’attività commerciale o professionale fino all’installazione del dispositivo.
Non da ultimo l'obbligo di accettazione dei pagamenti passa da 30 a soli 5 euro. Inoltre è illegittimo addebitare il costo della transazione sul POS sul cliente o in ogni caso dovrà preventivamente comunicarlo.
Gli esercenti sono sul piede di guerra, tuttavia, cari consumatori, non fatevi abbindolare. Sul mercato esistono già soluzioni low cost. A titolo di esempio esiste il sito https://sumup.it/ il cui costo è di solo 1.95% e senza costi fissi, al pari di quanto sostiene qualsiasi altro esercente in Europa. Insomma non ci sono scuse che tengano.
Antonio Di Gilio

mercoledì 26 luglio 2017

Pista ciclabile: Cosola partecipa al bando per estendere la rete

La costruzione della pista ciclabile ad Adelfia è stata oggetto di un'aspra contesa nell'ultima campagna elettorale. La giunta Antonacci, grande sostenitrice dell'opera, è di fatto caduta dietro le rimostranze della popolazione in buona parte contraria.
Le stesse opposizioni dell'epoca, individuato nella pista ciclabile il tallone di Achille, ha senza sosta picchiato duro raggiungendo l'obiettivo di sconfiggere il centro-sinistra alle ultime elezioni.
Durante la campagna elettorale, più volte si è gridato sui palchi che se fosse stato possibile, si sarebbe cercato di smantellarla.

Evidentemente il progetto da essere inviso adesso raddoppia nelle dimensioni rispetto a quelle attuali. Con delibera di giunta n.99 del 2017, la giunta Cosola si propone di continuare nell'opera iniziata dalla giunta Antonacci estendendola  visibilmente e non solo in strade molto grandi.

In giallo viene indicata la nuova pista ciclabile con cui si sta partecipando al bando regionale.
Viene conclusa la pista in via Fieno e da lì, nella stradina che porta all'ex Padre Pio si arriva sulla circonvallazione e per tutto il tratto nord-ovest, pertanto fino a via Ceglie. Da lì tutto il lato nord sarà attraversato interaente dalla pista ciclabile passando da via della Resistenza, il nuovo cavalcavia, via San Francesco (strada non dissimile a quelle già interessate dall'attuale pista) fino a raggiungere via della Costituente. Saranno interessate anche via Chiancaro fino a interscarsi in Via Vittorio Veneto con la pista già esistente.
Insomma, la posizione del sottoscritto è assai nota sulla pista ciclabile. E' interessante come chi ieri all'opposizione di Antonacci oggi abbia cambiato la posizione.

Antonio Di Gilio

lunedì 19 giugno 2017

Risulta sondaggio: Pirolo il più amato, Cistulli il meno apprezzato, Gargano poco conosciuta

Il risultato di questo "sondaggio", come sempre non ha valore statistico, ma avendo partecipato 184 persone, da un'idea di trend, anche perchè mancano gli over 65 che su internet è diffcile da trovare
Ecco i risultati
Costantino Pirolo è apprezzato in maniera trasversale da destra, sinistra e M5S. E' colui sicuramente meno esposto a livello mediatico, ma evidentemente il suo lavoro sotto traccia sta pagando. Di fatto ha valori migliori anche dello stesso sindaco, che sta seguendo lo stesso profilo, in termini comunicativi. Complessivamente il 54% delle persone da un voto tra 4 e 5 e solo un terzo da una valutazione negativa.
Del versante opposto c'è Cistulli. Sicuramente gestisce assessorati difficili (servizi sociali e appalti e contratti), ma ha in termini comunicativi una certa sovraesposizione e questa strategia comunicativa evidentemente non paga. Il suo lavoro non è apprezzato dalla sinistra e un pezzo di cdx (Forza Italia e satelliti). Al contrario una parte consistente dei grillini, danno una valutazione molto positiva insieme a parte di chi si dichiara genericamente di cdx. Complessivamente solo il 30% degli elettori danno una valutazione tra 4 e 5 e ben il 56% boccia l'operato dell'assessore.
Ben posizionata anche Maria Cesaria Giordano con quasi il 48% dei voti positivi contro il 36% di voti negativi. E' molto apprezzata dall'area di csx e subisce una certa ostilità in un pezzo del cdx (speculare alla stessa area favorevole a Cistulli) e parte del M5S. Non sono a conoscenza dei rapporti interni al cdx, ma sembra che di fatto ci siano due aree che paradossalmente emergono su questo particolare assessore, oltre che su Pirolo anche se in maniera più marginale
Per Vincenza Gargano c'è un gap di conoscenza. Quasi 1/3 dell'elettorato non sa chi sia e chi la conosce si divide a metà nelle valutazioni. Leggermente più conosciuto, dovuto sicuramente dalla giovane età e quindi più in linea con chi ha votato il sondaggio, Levante il cui voto come per la Gargano è diviso a metà, ma c'è una certa sospensione sulla valutazione

Antonio Di Gilio

martedì 13 giugno 2017

Risultati sondaggio: Elettorato arroccato, grillini benevoli e Cosola fa meglio della giunta

E' un Cosola in ottima forma quello che esce dal sondaggio. Anche se di poco, migliora il risultato delle ultime elezioni del 2016. Il 44% dell'elettorato si ritiene soddisfatto dell'operato del sindaco  (praticamente la stessa percentuale che un anno fa votò per lo stesso Cosola). Tuttavia andando ad analizzare il voto, circa 1/2 di chi aveva votato il M5S oggi da un voto favorevole al sindaco Cosola o quanto meno continua a sospenderlo.
I voti negativi provengono da tutta l'area di centro-sinistra e da chi ha dichiarato di non aver votato nè al primo che al secondo turno, compresa l'area Caringella.
Leggermente più netta la situazione della giunta con posizioni più polarizzate. In generale, fa peggio del sindaco, ossia quest'ultimo ha una valutazione pari a 5 più alta della giunta e un valore negativo 1 più basso rispetto ai propri assessori.
In particolare è proprio chi ha sostenuto il sindaco ad avere posizioni meno favorevoli rispetto alla giunta, segno di malumori dell'elettorato rispetto a certi atteggiamenti. E anche l'opposizione risulta, più favorevole al sindaco che alla giunta.
Insomma, considerati questi risultati, in caso di elezioni, ci sarebbe nuovamente un ballottaggio in quanto il lavoro fin qui fatto non ha spostato di molto l'elettorato che resta arroccato ai risultati del 2016.

Antonio Di Gilio


lunedì 12 giugno 2017

NON SI DOVREBBE MALTRATTARE LA CULTURA!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Giovedì sedici marzo, ho tenuto, nella sala consiliare del municipio di Adelfia, una conferenza (Valorizziamo i doni di Eschilo) organizzata dalla consigliera Viviana Lafirenza. Poiché ad aprile avrebbe dovuto organizzarne un’altra, le ho telefonato tre volte; purtroppo, non mi ha risposto e neppur mi ha richiamato.
            Alcuni giorni dopo, ho incontrato il sindaco Giuseppe Cosola e gli ho fatto notare l’ineducazione di Viviana. Ho aggiunto che, se mi avesse presentato un referente serio, avrei donato un’altra conferenza alla cittadinanza adelfiese e agli altri interessati.
            Apro una parentesi: altri intellettuali, per tenere una conferenza, chiedono ventimila euro. Da oltre vent’anni, le tengo, in tutt’Italia, gratuitamente: tutti, non soltanto i ricchi, dovrebbero imparare a vivere meglio! La vera cultura serve proprio a questo: a vivere meglio!
            In seguito, Giuseppe Cosola mi ha presentato il mio nuovo referente: l’assessore Biagio Cistulli.
            Biagio ed io abbiamo deciso di organizzare, giovedì venticinque maggio, la nuova conferenza (Raggi di sole catoniani) nella sala consiliare del municipio di Adelfia. Per una serie di problemi dell’amministrazione comunale, la data è stata cambiata più volte: mercoledì ventiquattro maggio, mercoledì trentuno maggio ed, infine, martedì sei giugno. Ogni volta che questa è cambiata, ho dovuto richiedere ai miei collaboratori (un presentatore, una cantante e due lettrici) la loro disponibilità. Vi lascio immaginare quanto tempo abbia perso per fare tutte le telefonate.
            Per pubblicizzare l’evento, ho chiesto a Biagio i manifesti di diverso formato: trenta di A3, centosettanta di A4 e duecento di A5. Gli ho pur consegnato una bozza del manifesto che, ovviamente, indicava la prima data: giovedì venticinque maggio. L’assessora Cesaria Giordano ha preparato un bel manifesto a colori. Per vederlo, sono stato costretto ad andare tre volte in municipio: ogni volta, mi hanno fatto attendere circa un’ora.
            Se Cesaria avesse fatto il proprio dovere, non ci sarei andato tre volte: sarebbe bastata una sola volta, la prima. Si evince chiaramente che, per Cesaria e per Biagio, il mio tempo non è prezioso. Il mio tempo è la mia vita. I due assessori hanno riflettuto almeno una volta su questo? Per loro, la mia vita non è preziosa.
            Sul manifesto c’era un errore: ho fatto notare a Biagio che maggio si scrive con la emme minuscola. Mi ha assicurato che l’avrebbe detto a Cesaria.
            Dopo qualche altro giorno, Biagio mi ha detto che i manifesti erano pronti e che sarei potuto andare a prenderli. Me ne hanno consegnati soltanto sessanta di formato A4. Perché? Biagio mi ha rivelato che sarebbero stati affissi dieci o quindici manifesti grandi (un metro per settanta centimetri); i sessanta più piccoli sarebbero serviti per pubblicizzare meglio l’evento. Per sapere quando mi avrebbe consegnato quelli piccolissimi (di formato A5) e per altri dettagli logistici, avrei dovuto telefonargli alle diciotto.
            Mi sono accorto che i manifesti non erano corretti: tra sei e giugno mancava uno spazio, il mese era scritto con la gi maiuscola e, soprattutto, avevano scritto che avrei dovuto tenere la conferenza di mercoledì. Nel 2017, il sei giugno è martedì, non mercoledì! Cesaria e gli altri organizzatori non dovrebbero imparare soltanto la grammatica italiana! Qualcuno ha insegnato loro a leggere un calendario? Quando hanno telefonato a Cesaria per farle notare l’errore, ha risposto che avrebbe preferito non correggere il manifesto perché gli interessati avrebbero compreso che avrei tenuto la conferenza martedì sei giugno.
Perché? Sono un filosofo, precisamente un neoesistenzialista: da una vita, studio come sono fatti gli esseri umani. Vi assicuro che la logica di Cesaria è davvero interessante: perché un interessato, leggendo mercoledì sei giugno, avrebbe dovuto capire che avrei tenuto la conferenza martedì sei e non mercoledì sette? Come avrebbe potuto comprendere dove fosse l’errore? Ho imparato che neppur la logica è una virtù di Cesaria.
Biagio mi ha detto che le tipografie non avrebbero potuto ristamparmi i manifesti: a causa delle elezioni dell’undici giugno, avevano tanto lavoro. Gli organizzatori li avrebbero corretti mettendo un adesivo sulla parola mercoledì e scrivendo con la penna martedì. Ho accettato la soluzione. Si sono chiusi in una stanza del municipio, hanno messo gli adesivi e mi hanno consegnato i manifesti. Ho fatto notare loro che avrebbero dovuto completare il lavoro: avrebbero dovuto scrivere martedì sui sessanta manifesti.
La consigliera Daniela Pantaleo mi ha detto che sarebbe stato giusto collaborare: avrei dovuto scrivere martedì sui manifesti perché avrei tratto vantaggio da questa conferenza; infatti, tenendola, mi sarei fatto conoscere a Adelfia. Le ho spiegato che stavo regalando agli interessati una conferenza che l’amministrazione avrebbe dovuto pagare ventimila euro, che tengo delle conferenze, da oltre vent’anni, in Italia e che, nel paese in cui abito, non ho bisogno di farmi conoscere perché ne ho già tenute diverse. Daniela ha affermato che stavo compiendo un’eccellente azione, mi ha ringraziato, ha scritto la parola martedì sui sessanta manifesti e me li ha consegnati.
Ho consigliato a Biagio di avvisare la tipografia, per evitare di sbagliare pur i manifesti grandi, e mi ha risposto che ci avrebbe pensato lui.
Gli ho telefonato tre volte (alle diciotto, alle diciannove e alle venti e quaranta) e non mi ha risposto; non mi ha neanche ritelefonato. Anche Biagio è un uomo ineducato. A chi avrei potuto chiedere i manifesti di formato A5? Chi era il mio referente? Chi mi ha detto di telefonargli alle diciotto? Biagio.
Ovviamente, ho deciso di non tenere la conferenza e ho avvisato i miei collaboratori.
Giovedì primo giugno, alle venti, mi ha telefonato la cantante e mi ha rivelato che erano stati affissi i manifesti. Sono andato a vederne uno e ho notato che tra sei e giugno era stato messo uno spazio, il nome del mese era scritto, erroneamente, con la gi maiuscola e… Non ci crederete! Non è una barzelletta! Ho letto che mercoledì sei giugno avrei tenuto la conferenza. Sono riusciti a sbagliare anche i manifesti grandi!
Sono tornato a casa e ho ritelefonato a Biagio, il quale, non rispondendomi, mi ha confermato la sua ineducazione.
Esasperato, ho telefonato al sindaco Giuseppe Cosola. Mi ha risposto e gli ho detto che hanno sbagliato pur i manifesti grandi e che, a causa di tanta disorganizzazione, non avrei più tenuto la conferenza. Giuseppe mi ha risposto di essere d’accordo.
Che cosa avrebbe dovuto fare il giorno dopo? Avrebbe dovuto annullare la conferenza. Non l’ha fatto.
Sabato tre giugno, mi sono accorto che avevano corretto pur i manifesti grandi: avevano stampato la parola martedì e l’avevano affissa su mercoledì.
Lunedì cinque giugno, ho deciso di andare in municipio per risolvere il problema. In piazza, a Canneto, ho incontrato Biagio e gli ho fatto notare alcune sue mancanze. Mi ha risposto di avere la coscienza a posto perché ha fatto quello che fa con tutti. Gli ho detto che è libero di organizzare gli eventi degli altri come desidera. Sono Nicola Ambruoso e, da oltre vent’anni, le mie conferenze (che dono con piacere) sono organizzate come dico io, non come desiderano gli altri. Gli è sfuggito un piccolo particolare: ha accettato di organizzare una mia conferenza, non quella di un altro! Ho ribadito anche a lui che non avrei più tenuto la conferenza. Che cosa ha fatto? L’ha annullata?  No! Quando la testa è dura… Ha sostenuto che il sindaco Giuseppe Cosola avrebbe dovuto decidere di annullarla.
Ricordate l’irrazionalità di Cesaria? Biagio desidera superarla. Se Giuseppe avesse deciso di non annullarla, mi avrebbero costretto con una pistola a tenerla? Sono io che decido di tenere una mia conferenza! Sono io che decido di annullarla! Non il sindaco Giuseppe Cosola! Non il presidente Sergio Mattarella! Mi sono spiegato? Tutta questa storia vi ricorda Kafka? A me, sì!
Biagio mi ha detto che si sarebbe impegnato per farla annullare.
Desidero rilevare un paio di particolari interessanti.
Biagio ha affermato che a me non avrebbe dovuto importare che giugno fosse scritto con la gi maiuscola sul manifesto: l’errore sarebbe stato attribuito all’amministrazione comunale, non a me. Non mi sono spiegato bene. Il responsabile di una mia conferenza culturale sono io! Desidero che la cultura migliori la vita degli interessati! Non vorrei che a causa di una mia conferenza gli esseri umani imparassero delle informazioni sbagliate! Gli amministratori dovrebbero impegnarsi a svolgere nel miglior modo possibile i propri compiti (come tutte le persone del mondo), non a cambiare la grammatica italiana! I bambini che frequentano la scuola elementare come dovrebbero scrivere giugno, con la gi maiuscola o minuscola? Gli adulti sarebbero liberi di utilizzare una grammatica diversa?
Biagio mi ha detto anche che io avrei tratto dei vantaggi morali tenendo questa conferenza. Gli ho risposto che io conosco Catone. Inizialmente, avrei tenuto la conferenza per offrire dei vantaggi esistenziali a lui, ai cittadini adelfiesi e agli altri interessati. Biagio mi ha confessato che, sinceramente, a lui non importa niente dei saggi consigli per vivere meglio di Catone il Censore. Poniamoci un importante quesito: Biagio Cistulli è l’assessore alla cultura? No! Chi è l’assessore alla cultura di Adelfia? Il sindaco Giuseppe Cosola, il quale, ovviamente, non può fare tutto! Sino a quando Adelfia (o qualsiasi altro luogo) non avrà un assessore che ami profondamente la saggezza, essa sarà sempre bistrattata! Ritenete che la cultura sia davvero importante? Dimostratelo!
Martedì sei giugno, alle nove, sono andato in municipio. Perché gli interessati non erano stati ancora avvisati che la conferenza non l’avrei più tenuta? Il sindaco Giuseppe Cosola non era in Italia. Chi avrebbe potuto risolvere il problema? Il vicesindaco Costantino Pirolo. L’ho incontrato, gli ho illustrato la situazione e mi ha assicurato che si sarebbe impegnato ad avvisare gli interessati che la conferenza non l’avrei più tenuta.
Alle diciotto circa, sono uscito da casa e mi sono accorto che la conferenza non era ancora, burocraticamente, stata annullata. Sono giunto al municipio e, soltanto sul manifesto affisso vicino ad esso, ho potuto, finalmente, leggere una parola meravigliosa: ANNULLATO. In verità, conferenza è di genere femminile: avrebbero dovuto scrivere che era stata ANNULLATA. Non potremmo pretendere troppo da un’amministrazione che maltratta la cultura e la grammatica! Il messaggio è parzialmente giunto agli interessati. Dalle diciotto alle venti e un quarto, sono stato sulle scale del municipio. Ho spiegato alle persone che sono venute per ascoltare la mia conferenza che ho dovuto annullarla a causa della disorganizzazione dell’amministrazione comunale. Anche questi interessati hanno perso il proprio prezioso tempo, una porzione di vita. Da questa vicenda, abbiamo pur imparato che agli amministratori adelfiesi non importa che i cittadini sprechino una parte dell’inestimabile esistenza.
Mi sorge una domanda: se un’amministrazione non fosse interessata al miglioramento della vita dei cittadini, quali sarebbero i loro reali interessi?
Tengo a precisare che non ho mai votato in vita mia perché non credo che la politica possa migliorare questo mondo: potrebbe farlo soltanto la cultura! Da questo, si evince che la presente denuncia non è di natura politica. Ho soltanto voluto rilevare che la cultura meriterebbe di essere trattata meglio. Siete d’accordo? In altri paesi, essa è rispettata maggiormente. Andrò in uno di questi a tenere la conferenza che l’amministrazione di Adelfia non si è impegnata ad organizzare bene: Raggi di sole catoniani.
Vi ringrazio per l’attenzione profusa.

Adelfia, dodici giugno del 2017

Nicola Ambruoso        

giovedì 8 giugno 2017

Orari di apertura al pubblico: quando è il contribuente a servire i dipendenti pubblici

Come ogni estate, anche per questa ci si appresta ai cambiamenti di orari di servizio e al pubblico dei nostri dipendenti del Comune di Adelfia.
Come pubblicato nella delibera di giunta n.75/2017 i nostri dipendenti seguiranno i seguenti orari:

Dal lunedì al venerdì l'orario sarà dalle 7:30 alle 14:00, con il rientro solo il giovedì dalle 15:00 alle 18:00

L'apertura al pubblico seguirà l'orario dalle 8:30 alle 12:00 e il giovedì dalle 15:30 alle 18:00.
Chi mi conosce, sa bene che non amo la pubblica amministrazione così come concepita e gestita, ma questi orari sono un affronto al buon senso (considerato che il loro contratto è di sole 36 ore contro le 40 dei fessi del settore privato). Qualcuno mi spiega la logica sottostante a questi orari?
I pubblici dipendenti sono pagati dai contribuenti  per ricevere dei servizi, ma con questi orari pagano due volte. Con le proprie tasse e con i permessi o le ferie che devono chiedere ai datori di lavoro per poter adempiere a varie richieste.
Partiamo dall'orario di servizio. Inizia alle 7.30. Ma i dipendenti amministrativi sono degli agricoltori o degli edili che, con la calura estiva, necessitano di anticipare l'inizio del lavoro per poter essere già liberi alle 14:00?
Lo spostamento di un'ora e mezza dell'inizio del servizio (come tutti i dipendenti privati), farebbe risparmiare 7,5 ore che sommate all'anticipo alle 13,00 della chiusura, fanno 12.5 ore da gestire diversamente,, con più rientri pomeridiani e maggiore servizio al pubblico.

Tradotto un orario che serve all'utenza ( e non ai dipendenti) sarebbe
Lun-ven 9:00-13:00, -  15-17,30
Giovedì prolungato alle 19:30
In questo modo l'apertura al pubblico sarebbe possibile per due ore la mattina e due ore il pomeriggio tutti i giorni, con un giorno per i lavoratori che non devono chiedere permessi.
Certo questi orari sono fatti per favorire i contribuenti, un po' meno i lavoratori pubblici che, poveri loro, escono alle 14:00!!!! 
Cretini i 20 milioni DI DIPENDENTI PRIVATI che devono sottostare e lavorare fino alle 18:00Ma alla giunta va bene così. Non vale la pena inimicarsi i dipendenti. Tanto, noi cittadini paghiamo questa tassa occulta del silenzio della ragione.
Giusto per non essere tacciati di populismo, qui trovate gli orari di apertura a Milano
Ma si sa, qui si concepisce il pubblico come servizio all'utenza.

Antonio Di Gilio

giovedì 11 maggio 2017

Bilancio comunale: le scelte politiche. Il rischio finanziario

Continua il nostro viaggio sulle scelte politiche dell'amministrazione comunale. Oggi tocca una questione più volte ripresa da questo blog, ossia sul peso che la giunta Cosola da al rischio finanziario.
Per un'analisi a riguardo ci viene in soccorso il documento predisposto dall'organo di revisione allegato al bilancio.
Anche se viene dato parere favorevole nel complesso esistono ancora delle zone grige che l'organo sottolinea.
Più volte questo blog ha segnalato come la vicenda relativa alla sentenza Carelli-Palombi sia potenzialmente esplosiva. Se la giunta Antonacci, sotto varie pressioni ha alla fine ceduto iniziando a prevedere dei fondi a copertura di un eventuale risarcimento monster vicino al milione di euro, questa ha nicchiato. Tanto da destinare risorse in nuove opere (Gabbia dei Leoni) nonostante l'assenza del parere del dirigente Rossini (leggi QUI)

Area mercatale Montrone: da disastro a tragedia, i contribuenti chiamati a pagare 1 milione di danni


Tuttavia il tempo è galantuomo e i revisori ci danno ragione dichiarando che il "presumibile avanzo" per 1'anno 2017 per 1, 4 milioni dovrà essere destinato a copertura delle sentenze avverse al Comune di Adelfia.
L'avanzo in questione è appunto presunto e dovrebbe essere generato nel 2017 se si verificano determinate situazioni.
Prima fra tutte, che sia confermato in Consiglio di Stato gli importi di indennizzo.
Se il comune dovesse soccombere, non è escluso che gli importi possano aumentare, in quanto a oggi l'unica certezza è che si dovrà pagare.
Ma sempre per avere un'idea, sempre i revisori segnalano alcuni elementi interessanti. Le entrate extra-tributarie sono da sempre croce e delizia delle amministrazioni.
Sorvolando sugli aumenti previsti per le multe di 8.000 euro (irrilevanti ai fini del bilancio), più interessante è la questione del recupero tributario.
Come evidenziano i revisori, la media quinquennale e quella annuale dimostrano un valore calante del recupero da evasione. E' un effetto omogeneo a livello nazionale. Dopo un primo periodo intorno al 2012-2013 in cui l'amministrazione pubblica ha iniziato seriamente a stanare l'evasione, l'effetto inizia a ridursi sia per la scadenza dei termini sia perchè i contribuenti iniziano a comprendere che le maglie si sono fatte strette e quindi c'è maggior assiduità nel pagamento delle tasse.
C'è poi una questione ancora più specifica. Una cosa è prevedere, una cosa è accertare un'altra è incassare effettivamente.
Da diversi anni chiedo documentazione ai dirigenti e circa un anno fa con ancora Antonacci sindaco (giusto per mostrare mia buona fede) chiesi ragguagli sul reale rapporto tra presunto e incassato e i dati sono i seguenti.
I dati dimostrano che annualmente, dai valori di previsione, l'accertato è inferiore e l'incassato ancora meno. Il non incassato, finisce in cartella. Cartelle che vengono incassate con grandi difficoltà. Tutto finisce in residui attivi, perchè diversamente finirebbero "svalutati" e quindi a ridurre l'avanzo. I crediti di dubbia esigibilità, giusto per fare un esempio sono stati il motivo di fallimento di comuni come Taranto e Alessandria Senza contare che accertare costa tempo e denaro. Insomma io avrei da amministratore maggiore prudenza sulla valutazione dei crediti di dubbia esigibilità 
Ultimo, ma non da ultimo, anche questa amministrazione non ha messo mano al piano di razionalizzazione della spesa. Nel settore privato sarebbe il lavoro che fanno i controller, dove si fa attenzione anche alla quantità di carta utilizzata.
Nella PA, paga pantalone pertanto....

Antonio Di Gilio


mercoledì 10 maggio 2017

Bilancio comunale: andare oltre i numeri. Le scelte politiche. Oneri di urbanizzazione

Ogni anno, Adelfia on-line rende pubblici i bilanci comunali, anche nei tempi in cui i comuni non erano obbligati a riportarlo sui loro siti, cercando di spiegare variazioni e limitandosi a indicare, il più oggettivamente possibile quello che accade nell'amministrazione.

Se la matematica non è un'opinione, ben più difficile è dare valutazioni politiche che evidentemente non sono oggettive, ma seguono il punto di vista di chi scrive.
Ho pertanto deciso di aiutare il lettore con i futuri post a individuare tra i meandri delle norme e dei codici,quali sono le scelte politiche che vengono fatte. E' giusto il caso di sottolineare che una scelta politica è legittima, ma il lettore di oggi, elettore domani deve essere cosciente su quali scelte politiche vengono effettuate (senza nè elogiare nè demonizzare ciò).
Oggi parliamo di oneri di urbanizzazione secondaria e delle scelte politiche possibili. Adelfia on-line già se ne è occupata in precedente post durante l'amministrazione Antonacci.

Santo obolo, Adelfia paga

Cosa sono gli oneri di urbanizzazione secondaria? Detto in parole semplici, ogni volta che un cittadino si appresta ad edificare una struttura o a ristrutturarla, versa al Comune una serie di tasse, tra cui gli oneri per l'urbanizzazione primaria e secondaria. I primi sono legati a quei servizi per il funzionamento della struttura: dall'allacciamento alla rete fognaria a quello alla rete elettrica. Sono invece opere di urbanizzazione secondaria i servizi sociali indispensabili per una comunità: dagli asili nido ai mercati, dalle scuole agli uffici comunali, passando appunto per le chiese e gli edifici di culto. 

Gli oneri per l'edilizia sono una delle principali fonti di entrata per gli Enti Locali, che però devono dividere con gli enti religiosi.
I comuni sono obbligati a versare questi importi risalenti al concordato del 1985?
Su questo punto si è espresso il TAR della Toscana, con Sentenza n. 4082 del 4/10/2004 (link).


La Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro aveva fatto ricorso al TAR poiché il Comune di Civitella in Val di Chiana le aveva negato la devoluzione della quota degli oneri.
Il TAR si è pronunciato a favore del Comune rigettando il ricorso, in quanto:
- Il vincolo di destinazione dei proventi edilizi è stato abrogato dal D.Lgs. n. 380/2001;
- L'art. 5 della Legge n. 121/1985 non fissa un obbligo di finanziamento;
- Il sistema di finanziamento dell’edilizia di culto è oggi rifluito nel nuovo sistema finanziario di cui all’art. 47 della legge n. 222 del 20 maggio 1985, e cioè nella quota dell’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche liquidata sulla base delle dichiarazioni annuali dei contribuenti;



Sulla base di ciò, i Comuni non sono obbligati a versare queste somme alle DiocesiSomme che non sono neanche dovute alla Chiesa Cattolica, che gode già dell'Otto per mille.

Anche l'attuale amministrazione si è allineato alle scelte politiche di quella di Antonacci e ha deciso di versare 6.000,00 in favore della diocesi come da deliberazione del consiglio comunale n.22/2017.
Questi 6.000 euro si sarebbero potuti utilizzare anche per altri capitoli (manutenzione stradale, manutenzione scuole ecc), ma si è deciso di destinarli alla diocesi che potrà utilizzarli in maniera autonoma e non necessariamente per il territorio adelfiese.
Come ho già sottolineato è una scelta politica e va rispettata in quanto tale. L'elettore ha il diritto di sapere e fare le proprie valutazioni

Antonio Di Gilio

venerdì 5 maggio 2017

Ad Adelfia un veicolo su sei non è assicurato

In Italia circa 5 milioni di veicoli non sono dotati di assicurazione obbligatoria con una percentuale media del 12%.
Il sud risulta essere la zona più pericolosa in quanto in caso di incidenti, non ci sarà un'assicurazione a pagare eventuali danni su cose o persone (se non rivalendosi su un fondo nazionale).
Adelfia non è da meno e quasi il 15% dei veicoli risulta sprovvisto di assicurazione obbligatoria.
Su un totale di 8.351 veicoli ben 1.214 auto circolano senza RC, un numero elevato in linea con la provincia di Bari
I dati sono del Ministero dei Trasporti e il Sole24ore rende disponibile un facile database per consultare i dati.
Adelfia on-line già due anni fa invitava i cittadini a denunciare le auto sprovviste di assicurazione 

Contro gli automobilisti indisciplinati, i cittadini denuncino l'assenza dell'RCAuto


Grazie all'aiuto di un app del Ministero dei Trasporti. è possibile verificare se ogni veicolo possegga o meno un RC auto.
Tenete ben a mente ogni 6 auto che incrociate, una è senza assicurazione

Antonio Di Gilio

mercoledì 3 maggio 2017

Continua l'emorragia di dipendenti con il benestare della giunta

Il comune di Adelfia è sicuramente sotto organico, ma da qualche mese  stiamo assistendo costantemente a richieste di trasferimenti presso altre amministrazioni dei vari dipendenti.
Dopo due dirigenti (Rossini e Ronzino) è la volta anche di un dipendente non apicale che richiede nulla osta con delibera di giunta n.56/2017 per partecipare a un bando interno al Comune di Bari
Sia chiaro, il dipendente in questione ha tutto il diritto di cercare il ruolo e l'amministrazione che ritiene più confacente alle proprie aspettative e necessità, ma lascia perplessi il rilascio senza batter ciglio dei nulla osta, considerata la penuria di personale.
E' giusto il caso di ricordare che il capitale umano, soprattutto amministrativo è un valore a prescindere in quanto detentore di memoria storica di atti e provvedimenti.
Pertanto seppur sostituibili non sono totalmente interscambiabili ed è certamente un costo ogni qualvolta un dipendente amministrativo lascia un ente pubblico o privato.
Ed è allarmante che in meno di 7 mesi siano già tre i dipendenti che lasciano o provano ad andare via

Antonio Di Gilio

martedì 18 aprile 2017

Buona pasqua dell'amministrazione...con errore ortografico

Dopo le delibere e le determine piene di refusi ed errori grammaticali, anche i manifesti sono oggetto dello stupro della lingua italiana.
Considerato che questi errori sono a spese dei cittadini, (sia monetari che di immagine) rendiamo almeno questo costo utile.
Adelfia on-line inaugura il nuovo gioco: "Trova l'errore"
I vincitori avranno la consapevolezza di essere migliori di chi li amministra.

Antonio Di Gilio

venerdì 7 aprile 2017

Per il comune di Adelfia a maggio 2017 si voterà per le elezioni Europee...del 2014

Ennesimo errore, ormai all'ordine del giorno dell'albo pretorio. E' giusto il caso di ricordare che le determine sono documenti ufficiali, con pieno valore legale e ogni errore va poi rettificato. Pertanto non va sottaciuto che queste segnalazioni non sono pruriti di persone meticolose
La storia dei refusi è ormai qualcosa che sistematicamente accompagna ogni pubblicazione.
E' il caso della determinazione n.133/2017 del 06.04.2017 in cui si predispongono tutti gli atti necessari per il referendum di maggio, ma si dichiara di costituire l'ufficio elettorale per le elezioni europee del 2014.
Inutile sottolineare che se sui verbali societari di aziende private venissero stampati errori della
stessa portata (refusi di verbali precedenti) , ciò potrebbe comportare anche cause civili e di impugnazioni delle delibere e la persona che li redige minimo si beccherebbe una lettera di richiamo.
Come al solito, probabilmente qui si ridurrà tutto a indicare il tutto come le chiacchiere del solito rompi coglioni. 

Antonio Di Gilio

lunedì 27 marzo 2017

Il consiglio comunale dei record: 21 punti all'ordine del giorno

C'è di tutto all'interno dai 6 punti relativi al bilancio in tutti i suoi allegati, a interrogazioni con le tematiche più disparate (randagismo, piano generale impianti pubblicitari,) passando per approvazioni di regolamento o approvazioni di convenzioni.
Per capire la mole di lavoro ci viene in soccorso la matematica. Per approvare e discutere un singolo punto (ossia leggerlo, spiegarlo e votarlo, senza passare a nessun intervento dei consiglieri) sono necessari almeno 15/20 minuti. Complessivamente sono necessarie almeno 6 ore senza una seria discussione democratica in consiglio.
Senza contare che i punti all'ordine del giorno relativi al bilancio sono stati inseriti in coda, pertanto nella parte finale, con l'obbligo di approvazione entro la giornata, considerato che il 31 marzo è l'ultimo giorno per l'approvazione.
Non è possibile concentrare così tanti punti in una convocazione quando negli ultimi 3 mesi c'è stato il silenzio democratico.
Tradotto, tutto si ridurrà a una semplice alzata di mano, considerata anche la complessità della materia. 
A tal proposito, dopo una settimana non è ancora pervenuta alcuna risposta documentata a domande tecniche precise che per chi ha steso il bilancio e con la documentazione dovrebbe essere in grado di fornire in maniera praticamente immediata.

Bilancio 2017: copia incolla di quelli di Antonacci sempre contestati, ma potenzialmente molto pericoloso

A margine segnalo che anche quest'anno, in piena continuità con la precedente amministrazione, si è detto addio al bilancio partecipato di cui questo blog ha già più volte denunciato

Bilancio partecipato...ma da chi? Un'altra promessa non mantenuta


In questo modo blocco fin da subito la cantilena sul chi c'era prima.
Siete stati votati per fare la differenza. ma a parte le foto in tempo reale sui sacchetti della spazzatura, forma (bilancio identico al precedente) e sostanza (i 21 punti all'ordine del giorno) di differenze ne vediamo ben poche

Antonio Di Gilio 


mercoledì 22 marzo 2017

Pubblicazione on-line della foto dei propri figli - i risvolti legali e il buon senso

L'introduzione nel mondo moderno dei social-media, sta modificando il senso comune dei concetti di privacy e tutela dell'immagine.
Troppo spesso, con troppa disinvoltura, vedo la pubblicazione di foto, in gruppi anche pubblici e aperti, di immagini che ritraggono persone, senza la minima cognizione della normativa sottostante.
Partiamo dalla prima regola base.
La persona e la sua immagine sono beni inviolabili di ogni società civile. Stampatevelo nella mente è un vostro diritto che non venga leso e dovere di non lederlo.
Seconda regola:il ritratto di una persona non può essere esposto senza il suo consenso (art. 96 legge n. 633/1941 e seguenti). 

Pertanto, qualsiasi foto che pubblicate, anche se scattate in luoghi pubblici, senza l'autorizzazione delle persone non possono essere pubblicate se non oscurandone il volto. E' il caso della foto di classe dei propri figli o i video della loro recita. Potete riprenderla e visionarla a casa. NO sula bacheca Facebook.

Terza regola. I vostri figli non sono di vostra proprietà, ma ne possedete solo la patria potestà. Tradotto non potete violare i loro diritti fondamentali, tra cui il diritto alla privacy e tutela dell'immagine

La generazione nata nel primo decennio di questo millennio sta per diventare maggiorenne e potrebbero arrivare nelle aule dei tribunali figli che portano in giudizio i propri genitori per aver pubblicato o postato foto in cui sono ritratti

L'idea non è peregrina. In Francia è diventato reato pubblicare le foto dei propri figli, in quanto incapaci di dare consenso (leggi QUI) e non è assolutamente improbabile che anche l'ordinamento italiano integri questo reato o i tribunali possano condannare i genitori che sistematicamente pubblicano ogni respiro dei propri figli.

Non solo. Nelle cause di divorzio o separazione già in corso, la pubblicazione delle foto dei propri figli sono usate dalle parti come strumento per ottenere vantaggi nella sentenza (come l'affido esclusivo).(La Repubblica).

Non da ultimo è bene ricordare che ogni foto pubblicata di vostro figlio, resta nella rete per sempre.
Non è fatto mistero che le risorse umane delle aziende cerchino anche nei social-media informazioni sui candidati. Aver pubblicato e reso di dominio pubblico la foto del proprio figlio in situazioni imbarazzanti potrebbe essere controproducente.
Da non dimenticare che la rete è la proiezione della vita reale e internet è l'eldorado di pedofili che non si fanno scrupoli a usare le immagini di ingenui bagnetti dei propri figli per scopi commerciali e sessuali.

Insomma, ogni volta che digitate il tasto upload RIFLETTETE

Antonio Di Gilio