venerdì 31 maggio 2019

Raccolta differenziata. L'aumento del 25% della TARI non deve riportarci indietro

Con l'arrivo dei pagamenti nelle case degli adelfiesi, in molti stanno mettendo in discussione l'utilità della raccolta differenziata, soprattutto per i propri portafogli.
Tuttavia vanno fatte delle considerazioni prima di carattere generale per poi scendere nel particolare dell'aumento della TARI.
Il lettore dovrebbe porsi una domanda prima di tutto. Quanto pagherei se la raccolta differenziata non fosse stata avviata? 
Per rispondere a questa domanda ci viene in soccorso il Piano Finanziario della TARI predisposto dall'amministrazione comunale nel 2019 e nel 2018
Nel 2018 sono stati conferiti in discarica circa 140 tonnellate di rifiuti in piu' rispetto al 2017.Questo ha impattato su un aggravio dei costi di conferimento per circa 150.000 euro in piu'.
Quindi ogni tonnellata in piu' in discarica ci costa circa 110 euro (costo che cresce se diminuisce la percentuale di differenziata fino a 150 euro)
Considerato che nel 2018 Adelfia ha differenziato e quindi non spedito  in discarica 3.900 tonnellate di rifiuti, vuol dire che ha risparmiato circa 600.000 euro che per ogni contribuente adelfiese si tratta di aver scongiurato un ulteriore aggravio del 30%.
Pertanto, la raccolta differenziata è stata utile a contenere l' aumento della TARI, non è stata la causa.
Ma allora come mai questo aumento così rilevante pari a circa 600.000 euro?
Sempre il piano finanziario ci viene in soccorso. Come spiegato già in precedenza circa 150.000 euro sono imputabili a un aumento del costo di conferimento e una diminuzione della percentuale di raccolta passata dal 68% al 65%.
I restanti 400.000 euro sono dovuti ad un aumento dei costi del servizio di pulizia e gestione dei rifiuti in ambito comunale come riportato in questo confronto (clicca l'immagine)


E arriviamo alle responsabilità politiche. Come mai un aumento di 400.000 euro del costo della TARI senza un evidente miglioramento del servizio?
In questo ricade la responsabilità politica di questa amministrazione.
Ha preferito optare per un sistema fatto di proroghe a seguito del fallimento della TRADECO, cercando di risparmiare sul servizio, invece di aderire all'ARO 5 a un costo superiore ma all'interno di un contesto piu' strutturato.
Semplificando, l'azienda che a oggi ha l'appalto lavora con un contratto a "tempo determinato", offrendo un servizio che lascia al quanto con l'amaro in bocca ai tanti che sono chiamati alla cassa.
Senza contare che il risparmio rispetto all'ARO è solo un effetto ottico, in quanto il fallimento della TRADECO porta con se strascichi e costi aggiuntivi come. a titolo di esempio, l'uso degli automezzi di proprietà della società fallita, pertanto entrati nell'attivo fallimentare e quindi "affittati" dalla curatela al costo di 18.000 euro.
Molti cittadini, giustamente, piu' che dell'aumento della TARI, sono indispettiti per la mancanza di un servizio. A Milano si dice, lavoro, guadagno, pago, pretendo. Purtroppo si paga, senza avere un servizio efficiente per volontà politica. Si è utilizzato personale aiutato dai servizi sociali, per sopperire nel periodo di crisi della TRADECO, regolarmente pagato, per sopperire alla crisi aziendale.
Si è ragionato nel breve periodo, senza una visione, per evitare l'aumento che è comunque arrivato, portando con se anche un sistema complessivamente peggiorato nella qualità. Lo dimostra il calo della raccolta differenziata come esempio piu' lampante

Antonio Di Gilio




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